Donald Trump alza la voce contro Vladimir Putin, minaccia l’Iran e lascia intendere di voler aggirare i limiti costituzionali per un possibile terzo mandato alla Casa Bianca. Nell’intervista rilasciata a NBC News, il presidente degli Stati Uniti affronta i temi più caldi dell’agenda internazionale, a partire dal conflitto tra Russia e Ucraina.
Le trattative per una tregua definitiva e un accordo di pace continuano con gli Stati Uniti in prima linea, ma il cammino resta accidentato. Se Kiev ha accettato un cessate il fuoco di 30 giorni, Mosca mantiene una posizione ambigua: da un lato mostra aperture condizionate, dall’altro accusa il presidente ucraino Volodymyr Zelensky di essere "illegittimo" e propone il controllo dell’ONU su Kiev come condizione per la pace.
“Sono molto arrabbiato con Putin”, dichiara Trump, usando l’espressione “pissed off” per sottolineare il suo disappunto. “Mi sono arrabbiato quando ha messo in discussione la credibilità di Zelensky, non sta andando nella direzione giusta”.
A rafforzare la posizione americana, il presidente minaccia dazi secondari sul petrolio russo: "Se la Russia non collabora e continua a versare sangue in Ucraina, applicherò tariffe del 25% su tutto il petrolio russo. Chi compra da Mosca, non farà affari negli Stati Uniti". Nonostante le tensioni, Trump lascia aperto uno spiraglio: è in programma una nuova telefonata con Putin. "Lui sa che sono arrabbiato, ma ho un ottimo rapporto con lui. La mia rabbia sparirà se farà la cosa giusta".
Zelensky: “A Putin non interessa la diplomazia”
Dall’altra parte, Zelensky offre una prospettiva molto diversa. Il presidente ucraino denuncia nuovi attacchi russi su Cherkasy, Kherson, Donetsk, Dnipro e Sumy, accusando Mosca di ignorare le proposte americane per un cessate il fuoco incondizionato. “L’America propone la pace, la risposta russa sono droni, bombe e missili. Servono più sanzioni e maggiore pressione su Putin”, afferma Zelensky.
Trump avverte l’Iran: “Bombardamenti come mai visti”
Oltre alla Russia, Trump punta il dito contro l’Iran. Il presidente iraniano Masoud Pezeshkian ha rifiutato negoziati diretti con gli Stati Uniti sul programma nucleare, limitandosi a mantenere aperto un canale di dialogo indiretto. Trump non gradisce e passa subito al contrattacco: “Se non fanno un accordo, ci saranno bombardamenti come non ne hanno mai visti prima”. Oltre alla minaccia militare, il presidente statunitense valuta l’introduzione di dazi secondari per isolare Teheran economicamente: chi commercia con l’Iran rischia di perdere l’accesso al mercato americano.
Trump e il sogno di un terzo mandato
A due mesi dall’inizio del suo secondo mandato, Trump torna a parlare della possibilità di restare in carica oltre i limiti imposti dalla Costituzione. "Molti me lo chiedono. Non stavo scherzando quando ne ho parlato per la prima volta, ma è ancora troppo presto".
Il 22° emendamento vieta espressamente un terzo mandato presidenziale, ma Trump lascia intendere di avere delle strategie per aggirarlo: “Esistono metodi per arrivarci. La volontà popolare conta, e molti vogliono che io resti”. Quando gli viene chiesto se il vicepresidente JD Vance, vincendo le elezioni nel 2028, potrebbe dimettersi per lasciargli la Casa Bianca, Trump risponde con un sorriso enigmatico:
“È uno dei modi… ma ce ne sono altri”. Parole che alimentano il dibattito su un'eventuale sfida alle regole democratiche, aggiungendo un nuovo capitolo alla narrazione politica di Donald Trump.
(Adnkronos)
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