La Banca centrale europea ha tagliato ancora i tassi di interesse di riferimento per l’area euro, riducendo il tasso sui depositi di 0,25 punti percentuali, portandolo al 2,25% a partire dal 23 aprile. Si tratta del livello più basso dal febbraio 2023, quando lo stesso tasso era stato alzato dal 2% al 2,5%.
Pur senza fornire indicazioni precise sulle prossime mosse, la BCE ha lasciato intendere che ulteriori riduzioni sono possibili, alimentando le aspettative dei mercati.
I dazi Usa pesano sulle prospettive di crescita
La decisione arriva in un contesto di crescente incertezza economica, accentuata dagli effetti attesi dei dazi Usa. “Le prospettive di espansione si sono deteriorate”, si legge nel comunicato del Consiglio direttivo.
La presidente Christine Lagarde ha spiegato che si tratta di “uno shock di domanda negativo” che avrà impatti sulla crescita, mentre “l’effetto netto sull’inflazione diventerà chiaro solo nel tempo”.
Decisione unanime, ma prudente: “serve agilità”
La scelta del taglio è stata unanime, seppur preceduta da un ampio dibattito. Nessun membro ha proposto un taglio più aggressivo, segno di una linea ancora prudente. Lagarde ha parlato della necessità di mantenere “agilità” in un contesto in cui l’incertezza resta elevata.
Il prossimo incontro del Consiglio monetario è fissato tra sei settimane, ma sarà quello del 4 e 5 giugno a essere particolarmente cruciale: verranno aggiornate le previsioni economiche della BCE, e probabilmente si avranno più elementi sullo scontro commerciale con Washington.
Mercati: attese di ulteriori tagli entro l’anno
Nonostante la BCE non voglia vincolarsi a un percorso predeterminato, i mercati sembrano puntare su una traiettoria chiara: tassi in discesa fino all’1,5% entro fine anno, almeno per quanto riguarda il tasso sui depositi.
Powell, Trump e le tensioni sulla politica monetaria USA
Alla conferenza stampa, Lagarde ha risposto anche alle domande sul confronto a distanza tra il presidente della Federal Reserve Jerome Powell e il presidente Donald Trump.
Powell ha escluso un taglio dei tassi nel breve termine, sottolineando che i dazi imposti da Trump potrebbero causare un aumento temporaneo dell’inflazione e rallentare la crescita, complicando la politica monetaria americana.
La risposta di Trump non si è fatta attendere: in un post sui social ha criticato Powell definendolo “Troppo Lento” e ha sostenuto che la Fed avrebbe dovuto tagliare i tassi “molto tempo fa”. Il suo mandato, ha scritto, “non finirà mai abbastanza in fretta” (scadrà a maggio 2026).
Lagarde difende l’indipendenza della Fed e la cooperazione tra banche centrali
Lagarde ha preso le distanze dalle polemiche politiche americane, sottolineando la solidità del rapporto con Powell e con la Fed. Ha ribadito l’importanza della cooperazione internazionale, in particolare attraverso gli accordi di swap tra le principali banche centrali, che la Fed ha confermato di voler mantenere.
Spinta all’euro digitale: Bruxelles accelera
Tra le novità più significative della conferenza BCE c’è il riferimento, per la prima volta, all’euro digitale nel comunicato ufficiale del Consiglio. Lagarde ha evidenziato una “chiara accelerazione” sul progetto, chiedendo al Parlamento UE di adottare rapidamente una legislazione che consenta di entrare nella fase operativa.
L’obiettivo è completare la fase preparatoria entro ottobre 2025, per poi decidere se procedere con il lancio definitivo, che richiederebbe altri due anni circa.
Stablecoin, dollaro e resistenze americane alle CBDC
L’attenzione sul tema è alimentata anche dalle mosse di Trump, che vorrebbe rafforzare il dollaro come valuta di riserva globale, anche tramite l’uso di stablecoin denominate in dollari. In risposta, Bruxelles e BCE intensificano il lavoro sull’euro digitale.
Lagarde ha distinto nettamente le stablecoin dalle criptovalute, definendole “un animale diverso”, e ha ricordato che l’Europa dispone già del regolamento MiCA, in fase di revisione.
Negli USA, invece, l’ostilità verso le valute digitali delle banche centrali (CBDC) è crescente, soprattutto tra i repubblicani. L’amministrazione Trump ha addirittura firmato un ordine esecutivo che vieta alla Fed di emettere o utilizzare CBDC, per “proteggere gli americani” da potenziali abusi.
(askanews)
Lascia una risposta