I carabinieri ne sono convinti: Samuel Acquisto avrebbe istigato Salvatore Calvaruso ad aprire il fuoco sulla folla. È lui la seconda persona fermata per il triplice omicidio avvenuto nella notte tra il 27 e il 28 aprile a Monreale, dove tre giovani hanno perso la vita e altri due sono rimasti gravemente feriti. Acquisto rischia ora l’accusa di strage in concorso.

Il provvedimento della Procura

Il fermo è stato eseguito dai carabinieri del Comando Provinciale di Palermo, guidato dal generale Luciano Magrini, in base a un provvedimento della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palermo. Le indagini si sono intensificate dopo che, sabato pomeriggio, una delle motociclette utilizzate dal commando armato è stata rinvenuta nel quartiere Zen del capoluogo siciliano.

La pista dello Zen

I giovani coinvolti, cresciuti nelle strade dello Zen, erano già noti alle forze dell’ordine per risse e piccoli furti. Secondo quanto emerso dalle indagini, nel quartiere si sarebbero formate vere e proprie bande di adolescenti che, soprattutto nei weekend, si muovono armati compiendo furti di moto e batterie per monopattini.

È proprio tra i palazzoni dello Zen che i carabinieri hanno localizzato uno dei motocicli usati nella notte della strage. Il giovane che lo guidava si è consegnato spontaneamente, accompagnato dal proprio legale, mentre erano in corso gli accertamenti tecnici da parte degli inquirenti.

Il “gruppo di fuoco” e le immagini delle telecamere

Il ragazzo fermato, 18 anni, è ritenuto uno dei membri del cosiddetto “gruppo di fuoco”. Avrebbe ammesso di essere lui alla guida della moto ripresa dalle telecamere di videosorveglianza nella tragica notte, anche se ha poi scelto di non rispondere ad altre domande. Sarebbe stato lui anche a condurre la BMW utilizzata per la fuga, fornendo copertura a Calvaruso.

Precedenti penali: il tentativo di estorsione in discoteca

Samuel Acquisto non è nuovo alle forze dell’ordine. Nella notte tra il 25 e il 26 novembre scorso, insieme ad altri due minorenni, si era reso protagonista di una tentata estorsione ai danni della discoteca Country Club di Palermo. Il trio aveva preteso l’ingresso senza pagare il biglietto, e per questo era stato disposto il collocamento in comunità. Nessuno dei tre, però, era stato arrestato.