Il numero di nascite continua a diminuire, raggiungendo nel 2024 un nuovo minimo storico: 370.000 bambini, rispetto ai 526.000 nati nel 1995. Il tasso di fertilità è sceso a 1,18 figli per donna, superando al ribasso il precedente record negativo di 1,19 nel 1995. Anche il tasso di natalità mostra un calo: 6,3 per mille contro il 6,4 per mille del 2023 (fonte: Istat – Indicatori demografici 2024).
Infertilità: un problema globale di salute pubblica
A livello mondiale, l’infertilità rappresenta una sfida sanitaria di primaria importanza. Secondo il rapporto “Infertility Prevalence Estimates, 1990–2021” pubblicato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) nel 2023, circa il 17,5% della popolazione adulta – ovvero una persona su sei – è affetta da infertilità. Il problema colpisce trasversalmente tutte le regioni del mondo, con percentuali simili nei paesi ad alto reddito (17,8%) e in quelli a basso e medio reddito (16,5%).
L’influenza dell’età sulla fertilità
“L’età gioca un ruolo fondamentale nella capacità riproduttiva”, spiega Marco Grassi, ginecologo presso l’ospedale C. e G. Mazzoni di Ascoli Piceno. La cosiddetta “finestra fertile” nella donna è limitata nel tempo. La fertilità raggiunge il suo picco tra i 20 e i 30 anni, per poi calare progressivamente. Dopo i 35 anni, concepire diventa più difficile, e intorno ai 40 anni molte donne entrano in una fase di subfertilità o infertilità. Per alcune, la fertilità può ridursi quasi a zero già pochi anni prima della menopausa.
Quando si parla di infertilità?
L’infertilità viene generalmente diagnosticata quando una coppia non riesce a concepire dopo 12 mesi di rapporti regolari non protetti. Tuttavia, molte coppie riescono a concepire anche dopo un periodo più lungo. Per questo motivo, l’OMS suggerisce di parlare di infertilità solo dopo 24 mesi di tentativi senza successo.
I principali fattori di rischio
Oltre all’età, esistono numerosi fattori che possono compromettere la fertilità, tra cui:
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Fattori comportamentali: fumo, sedentarietà, attività fisica eccessiva
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Condizioni fisiche: sovrappeso, obesità o magrezza estrema
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Esposizione ambientale: sostanze tossiche come derivati della plastica e idrocarburi
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Infezioni sessualmente trasmesse (IST)
“Le IST sono una delle cause più frequenti di infertilità femminile e maschile”, sottolinea il dottor Grassi.
Nelle donne, si riscontrano frequentemente problemi alle tube uterine, endometriosi, fibromi, malattie infiammatorie pelviche e squilibri ormonali. Negli uomini, l’infertilità può derivare da condizioni come varicocele, criptorchidismo, infiammazioni testicolari, alterazioni della produzione ormonale o problemi prostatici.
Come si diagnostica l’infertilità?
La valutazione della fertilità femminile inizia con una visita ginecologica approfondita, comprensiva di anamnesi clinica e familiare. Gli esami più utilizzati includono:
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Dosaggi ormonali
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Ecografia pelvica
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Isterosalpingografia
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Isterosonografia
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Isteroscopia
“Nel 35-40% dei casi, l’infertilità di coppia è legata a problematiche femminili”, evidenzia Grassi.
Trattamenti: un approccio personalizzato
Il trattamento dell’infertilità varia in base alla causa e può essere:
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Medico: per disturbi ormonali come la sindrome dell’ovaio policistico (PCOS), che colpisce fino al 10% delle donne in età fertile. In questi casi, si comincia con modifiche dello stile di vita e perdita di peso, soprattutto se è presente obesità (40–80% dei casi di PCOS).
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Chirurgico: per condizioni come endometriosi grave, ostruzione tubarica (presente nel 25–35% dei casi), o anomalie uterine come polipi o fibromi (5–10% dei casi).
“Ogni trattamento deve essere personalizzato – conclude Grassi – sulla base del quadro clinico della paziente, per garantire l’efficacia della terapia e aumentare le probabilità di successo”.
Educazione e prevenzione: la chiave è partire presto
La tutela della salute riproduttiva deve iniziare già in adolescenza. È fondamentale evitare comportamenti a rischio, come fumo, abuso di alcol, alimentazione squilibrata, e stili di vita sedentari o estremi. “Una corretta educazione sessuale e informazione precoce può ridurre le infezioni sessualmente trasmesse, prevenire gravidanze indesiderate e promuovere scelte salutari per il futuro riproduttivo”, conclude il dottor Marco Grassi.
(askanews)
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