Scontro tra Regione e Si Energy sul termovalorizzatore: la disputa finisce al Tar

Scontro tra Regione e Si Energy sul termovalorizzatore: la disputa finisce al Tar

Scontro tra Regione e Si Energy sul termovalorizzatore: la disputa finisce al Tar

La diatriba tra Regione Sicilia e Si Energy sul progetto per un termovalorizzatore privato – bloccato da anni nella commissione tecnica-specialistica dell’assessorato all’Ambiente – si sposta davanti ai giudici amministrativi. La società, che fa capo al gruppo Alfa Acciai (proprietario anche delle Acciaierie di Sicilia), ha presentato ricorso al Tar, accusando la Regione di ritardi ingiustificabili.

L’antefatto: attriti e pareri “monchi”

Il progetto, depositato nel 2020, si è arenato dopo un parere istruttorio conclusivo della Cts giudicato “privo di motivazioni” dalla stessa amministrazione. Secondo Si Energy, i quasi tre anni trascorsi dalla fine della conferenza di servizi (estate 2022) fino al parere di maggio 2025 sarebbero frutto di un’istruttoria inutilmente dilatata.

Il nodo politico: compatibilità con il piano rifiuti

Il parere della Cts, basato su un contributo dell’Avvocatura dello Stato, ha ritenuto il progetto non compatibile con l’attuale Piano regionale di gestione dei rifiuti varato dal governo Schifani, che prevede due termovalorizzatori pubblici a Palermo e Catania finanziati con 800 milioni di euro.
Si Energy contesta questa visione, sostenendo che l’iniziativa privata potrebbe coordinarsi con quella pubblica, generando efficienze e risparmi di spesa, soprattutto perché il progetto è già in fase avanzata.

Le richieste al Tar

Nel ricorso, la società chiede:

  • l’annullamento del parere di maggio 2025;

  • l’obbligo per la Cts di concludere le procedure di Valutazione di Impatto Ambientale e Valutazione di Incidenza Ambientale.

Se il Tar dovesse accertare un’inerzia ingiustificata da parte della Regione, Si Energy potrebbe anche rivendicare un danno economico per i ritardi subiti.

Una decisione attesa

La vicenda mette a confronto due visioni: quella della Regione, focalizzata sugli impianti pubblici, e quella dell’impresa privata che rivendica il proprio spazio nel piano energetico siciliano. La sentenza del Tar chiarirà se si è trattato di un eccesso di burocrazia o di legittima prudenza amministrativa.

di Simone Olivelli

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