Pace Israele-Hamas: accordo storico per la liberazione degli ostaggi e 2000 detenuti palestinesi

Pace Israele-Hamas: accordo storico per la liberazione degli ostaggi e 2000 detenuti palestinesi

Pace Israele-Hamas: accordo storico per la liberazione degli ostaggi e 2000 detenuti palestinesi

Intorno alle 22.15 (ora italiana) di ieri è arrivata la notizia che Hamas ha accettato di rilasciare tutti gli ostaggi israeliani ancora in vita in un’unica fase. A riportarlo è al-Jazeera, citando fonti vicine al movimento. La conferma ufficiale è arrivata poco dopo dal Presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che ha parlato di un “passo decisivo verso la pace in Medio Oriente”. “Sono orgoglioso di annunciare che Israele e Hamas hanno entrambi firmato la prima fase del nostro piano di pace”, ha dichiarato Trump, annunciando la firma del piano di pace Israele-Hamas.

Netanyahu: “Con l’aiuto di Dio li riporteremo tutti a casa”

Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha confermato l’accordo raggiunto dopo settimane di negoziati. “Con l’aiuto di Dio li riporteremo tutti a casa”, ha affermato Netanyahu, parlando di “una vittoria della diplomazia e della vita”.

Fonti diplomatiche egiziane hanno riferito che l’intesa comprende uno scambio tra ostaggi israeliani e prigionieri palestinesi, oltre all’ingresso di aiuti umanitari a Gaza.

Cosa prevede l’accordo Israele-Hamas

Secondo quanto riportato da Al-Qahera News, “questa notte è stato raggiunto un accordo su tutti i termini per l’attuazione della prima fase del cessate il fuoco a Gaza”.
Nel dettaglio, Hamas libererà tutti gli ostaggi israeliani vivi, mentre Israele rilascerà 2000 detenuti palestinesi.

Lo scambio dovrà avvenire entro 72 ore dall’attuazione dell’accordo, sotto la supervisione dei mediatori egiziani e statunitensi.

Le prossime fasi del piano di pace

La prima fase dell’intesa prevede anche la riapertura dei corridoi umanitari per consentire l’ingresso di aiuti alimentari e medici nella Striscia di Gaza.
In seguito, il piano dovrebbe estendersi a un cessate il fuoco prolungato e a un programma di ricostruzione finanziato da diversi Paesi arabi e occidentali.

Gli osservatori internazionali definiscono l’accordo “fragile ma storico”, mentre la comunità internazionale attende di verificarne la piena attuazione nelle prossime settimane.

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