L’economia sommersa in Italia continua a crescere. Secondo i dati diffusi dall’Istat, nel 2023 il valore dell’economia non osservata ha raggiunto 217,5 miliardi di euro, con un aumento di 15,1 miliardi (+7,5%) rispetto al 2022. La sua incidenza sul Pil è leggermente salita al 10,2%, contro il 10,1% dell’anno precedente.
Lavoro irregolare in aumento
Le unità di lavoro irregolari sono salite a 3 milioni 132 mila, circa 145 mila in più rispetto al 2022.
La sotto-dichiarazione dei redditi pesa per 108,2 miliardi, mentre il lavoro nero genera 77,2 miliardi di valore aggiunto. Le componenti residuali valgono 12,2 miliardi.
I settori più colpiti dal sommerso
I comparti dove l’economia sommersa pesa di più sono:
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Altri servizi alle persone (32,4% del valore aggiunto del settore)
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Commercio, trasporti, alloggio e ristorazione (18,8%)
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Costruzioni (16,5%)
Minore incidenza invece per servizi alle imprese (5,5%), beni d’investimento (4,3%) e beni intermedi (1,6%).
Attività illegali in crescita: droga e prostituzione in testa
Le attività illegali hanno generato 20 miliardi di euro di valore aggiunto, pari allo 0,9% del Pil, includendo anche l’indotto.
Nel dettaglio:
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Il traffico di stupefacenti vale 15,3 miliardi (+0,2 miliardi rispetto al 2022).
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I servizi di prostituzione crescono del 2,8%, arrivando a 4,1 miliardi.
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Il contrabbando di sigarette resta marginale (0,5 miliardi).
Tendenze 2020–2023
Nel quadriennio 2020–2023, il valore aggiunto delle attività illegali è aumentato di 2,4 miliardi, mentre la spesa per consumi finali è salita di 2,8 miliardi, con una crescita media annua del 4,5%.
(askanews)
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