La Libia ha arrestato Almasri, comandante della milizia Radaa, accusato di tortura e omicidio di detenuti. Il militare era già noto alle autorità italiane e internazionali.
Dall’arresto a Torino al rimpatrio in Libia
Almasri era stato fermato a Torino il 19 gennaio su mandato della Corte penale internazionale, poi rilasciato ed espulso per “motivi di sicurezza”, come dichiarato dal ministro Piantedosi.
Le reazioni delle opposizioni: “Una vergogna per l’Italia”
Pd, M5s, Italia Viva e +Europa accusano il governo di aver favorito l’uomo ora incriminato a Tripoli. Elly Schlein parla di “figura vergognosa a livello internazionale”, mentre Giuseppe Conte definisce la vicenda “un’umiliazione per l’Italia”.
La replica del governo: “Decisione consapevole e giustificata”
Fonti di Palazzo Chigi spiegano che il governo era informato del mandato di cattura libico fin da gennaio e che la scelta di rimpatriare Almasri fu motivata da ragioni diplomatiche e di sicurezza.
Il contesto libico e il crollo della milizia Radaa
Il governo italiano sottolinea che l’arresto di Almasri è legato al ridimensionamento della Forza Radaa dopo gli scontri armati di maggio 2025, che ne hanno ridotto il potere militare e politico.
Nuove ombre sull’esecutivo e indagini aperte
La Procura di Roma aveva già aperto un fascicolo per favoreggiamento e peculato. Indagati anche membri del governo, poi in parte archiviati dal Tribunale dei ministri. Resta aperto il caso della capo di gabinetto Giusi Bartolozzi, accusata di false informazioni ai pm.
La Giunta e il conflitto di attribuzione
Il centrodestra approva un parere per sollevare conflitto di attribuzione contro la Procura di Roma. La decisione finale sull’eventuale ricorso alla Consulta spetterà all’Aula.
(askanews)
3 Commenti
Poste mafie e inciuci.. E forzisti..
Non ci vedo..
Poste mafie e inciuci.. E forzisti..estorsore ai bancomat.
Anfora..
La prostituta libanese in cerca di pubblicità politiche..
Mai calcolati..