Prime ammissioni durante gli interrogatori di garanzia di alcuni degli indagati per corruzione, turbativa d’asta e associazione a delinquere nell’inchiesta che coinvolge l’ex presidente della Regione Salvatore Cuffaro e l’ex ministro, oggi coordinatore di Noi Moderati, Saverio Romano.
Davanti al gip di Palermo, Carmen Salustro, è comparso Vito Fazzino, commissario della gara d’appalto per l’affidamento dei servizi di ausiliariato e reception bandita dall’Asp di Siracusa, assegnata – secondo l’accusa – in modo illecito alla Dussmann Service srl.
Chiesta la revoca dei domiciliari per Vito Fazzino
Nel corso dell’udienza, i pm della Procura di Palermo hanno chiesto la revoca della richiesta di misura cautelare nei confronti di Vito Fazzino, bed manager dell’Asp di Siracusa.
Lo hanno reso noto i suoi avvocati, Alessandro Cotzia (foro di Siracusa) e Vincenzo Fiore (foro di Termini Imerese), spiegando che il loro assistito ha risposto a tutte le domande del gip, dei sostituti procuratori e dei difensori, fornendo la propria versione dei fatti e chiarendo ogni aspetto delle contestazioni.
Secondo la Procura, il pressing del manager dell’Asp Alessandro Caltagirone – oggi autosospesosi – su input dell’ex governatore Totò Cuffaro, avrebbe favorito l’impresa nella vittoria dell’appalto per i servizi di ausiliariato.
Le ammissioni davanti al giudice
Ammissioni sarebbero arrivate dalla presidente della commissione di gara, Giuseppa Di Mauro, che avrebbe confermato come il rinvio dell’aggiudicazione fosse avvenuto su pressione dell’allora direttore generale dell’Asp, Alessandro Maria Caltagirone. Secondo la sua versione, i punteggi delle ditte partecipanti sarebbero stati modificati. Un quadro che rafforza la tesi accusatoria secondo cui Caltagirone sarebbe stato nominato ai vertici dell’azienda su indicazione di Saverio Romano. Diversa invece la posizione di Ferdinando Aiello, consulente che secondo i pm avrebbe mediato tra l’impresa e l’Asp: l’uomo ha respinto ogni addebito.
In attesa della decisione del gip
È stato rinviato l’interrogatorio di Paolo Emilio Russo, altro componente della commissione di gara. Per tutti gli indagati, tranne Fazzino, resta pendente la richiesta di arresto, su cui il gip si pronuncerà nei prossimi giorni.
L’inchiesta continua a delineare un quadro complesso di rapporti e pressioni politiche, che secondo la Procura di Palermo avrebbe condizionato l’esito di uno degli appalti pubblici più rilevanti della sanità siciliana.
di Daniele D'Alessandro
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