La crisi abitativa in Italia è il risultato di una povertà crescente e di un mercato immobiliare sempre meno accessibile. Le case esistono, ma sono sempre più difficili da ottenere, a causa dell’aumento dei costi del credito, dei prezzi d’acquisto e dell’espansione degli affitti brevi.
Secondo l’Osservatorio Affitti di Nomisma e i dati Ifel–Anci 2025, in Italia ci sono oltre nove milioni e mezzo di abitazioni vuote. Una contraddizione che pesa soprattutto sulle fasce più fragili e sul ceto medio.
L’Italia ha molte case ma poche in affitto
Il patrimonio abitativo conta 35,2 milioni di abitazioni, ma solo il 13,1% è affittato. È la quota più bassa in Europa.
La percentuale di case vuote raggiunge il 27,3%, molto superiore a Germania e Francia. L’edilizia sociale incide appena per il 2,6%, contro l’11,7% francese.
Sicilia: un’emergenza ancora più profonda
Nelle tre città metropolitane siciliane il numero di case vuote è ancora più alto:
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Palermo 32,5%
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Catania 27,5%
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Messina 39,8%
A ciò si aggiunge la scarsità di alloggi popolari e un aumento degli sfratti, con +3,22% di richieste in Sicilia e picchi molto alti nei centri medi come Ragusa ed Enna.
Le risposte istituzionali: cosa si sta facendo?
A Palermo l’Amministrazione ha digitalizzato le graduatorie per l’emergenza abitativa, riducendo errori e occupazioni abusive e aumentando il numero di immobili recuperati.
A Catania l’Iacp ha avviato interventi di manutenzione, efficientamento e nuove costruzioni, puntando anche sul recupero del patrimonio esistente.
A livello europeo, Forza Italia e altri gruppi politici chiedono un European Housing Pact da almeno 25 miliardi di euro, insieme a norme più flessibili per gli investimenti edilizi.
Serve un Piano casa nazionale pluriennale
Secondo l’Anci, il Paese ha bisogno urgente di un piano pluriennale che affronti povertà abitativa, affitti brevi, mutui inaccessibili e la stagnazione del mercato immobiliare. La crisi, oggi, colpisce non solo chi è fragile, ma anche studenti, giovani professionisti e famiglie che non riescono più a sostenere i costi dell’abitare.
di Chiara Borzì
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