Secondo il nuovo rapporto “L’imprenditoria femminile in Italia” elaborato dal Centro Studi delle Camere di Commercio Guglielmo Tagliacarne con Si.Camera e Unioncamere, il contributo delle imprese guidate da donne continua a crescere.
Nel 2023 si contano 1.307.116 imprese femminili, pari al 22,2% del totale nazionale, un dato che, pur lontano dalla parità, mostra una tendenza positiva rispetto al calo registrato tra le imprese a guida maschile.
Le imprese totalmente femminili rappresentano oggi il 17,9% delle attività italiane, confermandosi la componente più dinamica del panorama imprenditoriale.
Imprese femminili: impatto economico e settori in crescita
La presenza femminile è particolarmente forte nei servizi, nella sanità, nell’assistenza sociale, nell’istruzione, nell’abbigliamento e nella ristorazione.
Un contributo che non è solo economico, ma anche sociale: il 53,8% dei dipendenti nelle imprese a guida femminile è composto da donne, contro il 38,7% nelle imprese guidate da uomini.
Un altro dato rilevante riguarda la formazione: l’81% delle imprenditrici è laureata, una percentuale più alta rispetto agli imprenditori uomini. Questo si traduce anche in una maggiore predisposizione agli investimenti nel welfare aziendale: il 28% delle imprese femminili adotta misure a sostegno del benessere dei lavoratori, percentuale che cresce nelle realtà guidate da donne laureate.
Sfide ancora aperte e ruolo degli incentivi
Nonostante i progressi, restano criticità legate al tasso di sopravvivenza delle imprese femminili e alla loro capacità di investimento. Tuttavia, il crescente ricorso agli incentivi – soprattutto regionali – indica che politiche mirate e continuative possono accelerare la crescita dell’imprenditoria femminile e, di riflesso, dell’economia nazionale.
Mezzogiorno e Sicilia motori della crescita rosa
Il Mezzogiorno si conferma un territorio decisivo per questo trend: il 36,6% delle imprese femminili italiane si trova infatti nel Sud.
La Sicilia è tra le sei regioni leader, con un tasso di femminilizzazione delle imprese pari al 24,2%, per un totale di 112.462 attività guidate da donne. Un dato che colloca l’Isola al quinto posto nella classifica nazionale.
Imprese femminili e territori: una strategia contro lo spopolamento
Nei comuni con un indice di vecchiaia elevato, la presenza di imprese femminili raggiunge il 26,2%. Puntare sull’imprenditoria femminile in queste zone può contribuire alla loro rivitalizzazione e contrastare lo spopolamento.
Non sorprende che nel Mezzogiorno le imprenditrici mostrino una maggiore propensione all’assunzione: il 27% prevede nuove assunzioni, contro il 22,5% del resto del Paese.
L’emigrazione delle imprenditrici siciliane
Un dato che richiede un’inversione di tendenza riguarda il 16,2% delle imprenditrici siciliane che avvia la propria attività fuori regione, con la Lombardia come destinazione principale (3,6%).
Conclusione: un percorso da consolidare
Le parole dell’ex segretario ONU Ban Ki-moon – “la leadership delle donne è essenziale per affrontare le sfide del nostro tempo” – trovano riscontro nella realtà del Mezzogiorno. Sicilia e Sud Italia si stanno dimostrando protagonisti di una trasformazione che può incidere profondamente sul futuro economico del Paese.
di Renata Giordano
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