Nel Vecchio Continente è stata registrata una nuova impennata di influenza aviaria, con dati che destano preoccupazione. Secondo l’Efsa, tra settembre e novembre sono stati individuati quasi 1.500 uccelli selvatici infetti in 26 Paesi, un numero quattro volte superiore rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Perché il virus circola così velocemente
Il virus si diffonde soprattutto tra gli uccelli acquatici che vivono nelle zone umide e percorrono le rotte migratorie. Molti di loro appaiono sani, ma sono portatori del virus e lo diffondono facilmente nell’ambiente. In vari Paesi europei – tra cui Germania, Francia e Spagna – sono stati segnalati anche numerosi decessi tra le gru.
Il ruolo degli allevamenti intensivi
Gli esperti sottolineano che gli allevamenti intensivi contribuiscono alla diffusione del virus, poiché la concentrazione di animali facilita la circolazione continua dell’agente patogeno. In questi contesti è più probabile che il virus muti e si adatti: negli ultimi anni, infatti, ha colpito anche mammiferi come bovini e suini.
Rischi per l’uomo: livello basso ma attenzione alta
Nonostante l’aumento dei casi negli animali, il rischio per l’uomo rimane basso. Le infezioni umane, infatti, si verificano quasi esclusivamente dopo il contatto diretto con animali infetti e il virus non si trasmette da persona a persona. Chi lavora quotidianamente con gli animali è naturalmente più esposto, ma in Italia la situazione è monitorata con costanza dagli istituti zooprofilattici, considerati tra i più qualificati in Europa.
Le raccomandazioni dell’Efsa
Per contenere il virus, l’Efsa richiama l’importanza della prevenzione e invita autorità e allevatori a:
- rafforzare la sorveglianza nelle zone umide e lungo le rotte migratorie
- evitare contatti tra uccelli domestici e selvatici
- limitare l’alimentazione artificiale delle specie più sensibili
- rimuovere tempestivamente gli animali morti per ridurre la diffusione del virus
Una situazione da monitorare
La crescita dei casi e la comparsa di nuove varianti rendono necessario mantenere alta l’attenzione. Il rischio per l’uomo è limitato, ma la diffusione tra gli animali richiede prudenza e monitoraggio continuo.
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