La Regione Siciliana ha richiamato l’attenzione sullo stato dei programmi europei durante la recente riunione del Comitato di sorveglianza. Ma, nonostante le verifiche, i ritardi del Fondo di sviluppo e coesione in Sicilia continuano ad accumularsi. La lentezza non riguarda solo le risorse europee: anche i fondi nazionali, destinati tramite gli Accordi per la coesione, restano in larga parte inutilizzati.
La spesa dell’FSC quasi ferma in tutta Italia
Secondo i dati della Ragioneria generale dello Stato, al 31 agosto l’avanzamento dell’FSC 2021-2027 si fermava al 4,5%, a fronte di un budget nazionale di circa 30 miliardi di euro. Il Mezzogiorno, che beneficia dell’80% delle risorse, è anche l’area con le maggiori difficoltà nel portare avanti gli investimenti programmati.
Sicilia: terzultima per spesa tra le regioni del Mezzogiorno
La Sicilia dispone di uno dei finanziamenti più importanti d’Italia: quasi 5 miliardi di euro, che superano i 5,2 miliardi includendo le anticipazioni. Eppure, la spesa certificata non supera i 102,6 milioni, pari all’1,98%. Solo Sardegna e Puglia registrano performance peggiori. Al contrario, la Campania mostra un ritmo più alto di spesa, pur restando al di sotto degli obiettivi nazionali: 313 milioni utilizzati su oltre 5,7 miliardi disponibili.
Il contesto nazionale: perché i ritardi del Sud pesano di più
Le regioni del Nord avanzano più rapidamente, ma gestiscono importi molto inferiori. La Liguria, pur registrando un avanzamento superiore al 25%, può contare su un budget di appena 226 milioni: una cifra modesta se confrontata con quella assegnata alla Sicilia. Questo squilibrio evidenzia che la reale “partita finanziaria” dell’FSC si gioca nel Mezzogiorno, dove si concentra la gran parte delle risorse e, parallelamente, la quota maggiore dei ritardi.
Un programma nato per ridurre i divari, oggi in crisi di attuazione
L’FSC è stato pensato per sostenere i territori meno sviluppati e colmare le differenze economiche rispetto al resto del Paese. Il mancato utilizzo delle risorse — soprattutto in regioni con ampie dotazioni — genera un doppio effetto negativo: rallenta lo sviluppo e tradisce l’obiettivo stesso del fondo.
Accordi per la coesione: obiettivi chiari, poca spesa
L’Accordo per la coesione tra Stato e Regione Siciliana fissa target di spesa annuali vincolanti. Per il 2024 erano previsti 24,1 milioni di euro, mentre per il 2025 il traguardo fissato era 491,3 milioni. La spesa reale si ferma invece a 79,47 milioni di risorse ordinarie: molto meno di quanto stabilito dal cronoprogramma.
Sicilia verso la perdita di quasi 400 milioni nel 2025
Il mancato rispetto del piano di spesa comporta, per legge, il definanziamento automatico delle somme non utilizzate. Alla luce dei numeri aggiornati, per il 2025 la Sicilia rischia di perdere 388,7 milioni di euro. A questo si aggiunge la possibilità di un commissariamento, previsto dall’Accordo in caso di gravi inadempienze.
Un andamento troppo lento: rischio 4 miliardi di perdita entro il 2032
Se non ci sarà un cambio di passo, il quadro diventerà ancora più critico: al termine del ciclo FSC 2021-2027, la Sicilia potrebbe perdere fino a 4 miliardi. I dati mostrano un incremento minimo della spesa tra aprile e agosto, appena 0,98 punti percentuali. A questo ritmo, entro il 2032 verrebbe utilizzato solo il 23% del budget disponibile.
Una grande occasione che rischia di andare sprecata
Il Fondo di sviluppo e coesione potrebbe finanziare interventi decisivi: digitalizzazione, energia, riqualificazione urbana, trasporti, mobilità e rafforzamento della capacità amministrativa. Eppure, secondo i report più recenti, il completamento del programma è fermo attorno al 2%, ben lontano dal 10% previsto dalla stima dell’Assemblea regionale siciliana per il 2025.
di Gioacchino D'Amico
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