Mozione di sfiducia a Schifani: scontro politico a Sala d’Ercole e fiducia confermata

Mozione di sfiducia a Schifani: scontro politico a Sala d’Ercole e fiducia confermata

Mozione di sfiducia a Schifani: scontro politico a Sala d’Ercole e fiducia confermata

“Chiedere le dimissioni mentre un governo sta lavorando, mi chiedo…”. Da qui parte l’affondo del presidente della Regione Renato Schifani contro l’opposizione, accusata di non avere una proposta alternativa e di essere “contro il Ponte sullo Stretto e contro i termovalorizzatori”. La votazione arriva rapidamente: chiama dei deputati nominale, voto palese. Il risultato è scontato: 26 sì e 41 no. La mozione di sfiducia viene respinta. La maggioranza dei 67 deputati presenti a Sala d’Ercole conferma la fiducia a Schifani.

Pomeriggio di fuoco a Palazzo dei Normanni

Relatore della mozione è il capogruppo del M5S Antonio De Luca, che apre il dibattito ricordando che uno degli obiettivi è stato raggiunto: costringere Schifani a presentarsi in Aula. La discussione è lunga e articolata. A Pd e M5S spettano 77 minuti ciascuno, 21 al gruppo Sud chiama Nord, 7 a Controcorrente.

De Luca elenca le criticità dell’operato della giunta, denunciando un sistema basato sul clientelismo. Richiama anche il nodo delle deleghe ritirate agli assessori della Democrazia Cristiana, non indagati, a differenza di altri in giunta che invece restano pienamente nel loro ruolo. E conclude citando Oliver Cromwell: “In nome di Dio, andatevene”.

Le accuse del Pd e degli altri gruppi d’opposizione

Il capogruppo del Pd Michele Catanzaro parla a un “governo che non c’è più”, logorato da conflitti interni e “privo di credibilità pubblica”. La maggioranza, sostiene, è paralizzata. Il leader di Controcorrente attacca definendo Schifani “Re Schifani” e ricordando il nomignolo “Totò Schifani”, attribuito — secondo lui — per la dipendenza politica dalla Democrazia Cristiana.

La Vardera: “Maggioranza Schifani con il record di indagati”

Alessandra La Vardera rincara la dose: “La sua maggioranza detiene il record di indagati”. Dalla passione di Lidia Adorno (M5S) alla valutazione di Antonello Cracolici (Pd), che definisce il presidente “politicamente debole”, gli interventi si susseguono mentre Schifani ascolta tra brusii e momenti di silenzio.

Cateno De Luca: “Lei ha il dovere di amministrare”

Cateno De Luca abbandona i toni teatrali e legge un discorso misurato. Ricorda il “19% reale” di consenso alle regionali 2022 e sottolinea la responsabilità di Schifani nella scelta degli assessori. “Autorevolezza e autorità non sono la stessa cosa”, afferma, evidenziando le tensioni interne alla maggioranza e i voti contrari dei franchi tiratori.

Gli interventi della maggioranza

I capigruppo della coalizione — Di Mauro, Geraci, Abbate, Assenza, Pellegrino — difendono l’azione del governo pur non rinunciando a suggerimenti e critiche costruttive.

La replica di Schifani: “Abbiamo 12,8 miliardi di liquidità”

Schifani replica con toni da avvocato, spiegando che la giunta non può controllare ogni atto della burocrazia regionale e ricordando che per maggiore trasparenza alcuni appalti sono stati affidati a Invitalia. Poi snocciola i dati: “Oggi abbiamo 12,8 miliardi di liquidità”, fondi spendibili dopo la parifica della Corte dei Conti. Rivendica gli interventi su occupazione, economia e gestione dei rifiuti, ribadendo l’impegno sui termovalorizzatori. Un accenno al garantismo, un passaggio sulla Sanità, ma l’opposizione continua a mormorare insoddisfatta.

di Mauro Seminara

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