A Festambiente, in corso a Rispescia (GR), Legambiente ha acceso i riflettori sull’emergenza incendi con il messaggio “Non si scherza con il fuoco” proiettato sul maxischermo del festival.
L’associazione ha diffuso i dati aggiornati del report Italia in fumo:
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851 roghi dal 1 gennaio al 31 luglio 2025
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56.263 ettari di territorio distrutti (pari a 78.800 campi da calcio)
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Superata la superficie bruciata nel 2024 (50.802 ettari con 1.515 incendi)
L’incendio recente nel cuore del Parco nazionale del Vesuvio è stato definito un “colpo al cuore” e un richiamo a interventi rapidi e concreti.
Aree protette sempre più minacciate
Dal 1 gennaio al 31 luglio 2025 sono andati in fumo 18.700 ettari di aree Natura 2000 in 253 incendi.
Le aree protette, sottolinea Legambiente, custodiscono ecosistemi, biodiversità e rappresentano un attrattore turistico di rilievo.
A Festambiente verranno premiati i 7 vincitori del Premio Parchi Emissioni Zero, tra cui:
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Dolomiti Bellunesi (leader nella raccolta differenziata)
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Apiario di comunità di Castel del Giudice (Molise)
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Parco nazionale dell’Asinara (responsabile Acquisti verdi)
Un’emergenza cronica che richiede prevenzione
Per Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente: “L’emergenza incendi è sempre più cronica. Servono prevenzione, rilevamento, monitoraggio e contrasto attivo integrati con piani forestali e di adattamento climatico.”
L’associazione chiede anche:
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Aggiornamento del catasto delle aree percorse dal fuoco
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Estensione delle pene per incendio boschivo a ogni tipologia di rogo
L’impennata di fine luglio
I dati evidenziano un netto aumento a fine mese:
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Fino al 17 luglio: 30.988 ettari bruciati, 653 roghi
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Dal 17 al 31 luglio: 25.275 ettari bruciati, 198 roghi
La sfida per le aree protette
Antonio Nicoletti, responsabile nazionale aree protette di Legambiente, ricorda che i parchi sono minacciati non solo dagli incendi, ma anche dalla crisi climatica e dalla perdita di biodiversità.
Serve una governance integrata e politiche territoriali coerenti con la transizione ecologica e gli obiettivi globali su clima e biodiversità.
Le aree protette, conclude Nicoletti, sono laboratori di buone pratiche, opportunità di bioeconomia circolare, e strumenti per promuovere produzioni di qualità e un’economia low carbon.
(askanews)
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