Mentre la gara per la redazione del progetto di fattibilità dei termovalorizzatori siciliani è ferma, la Regione Sicilia continua a puntare anche sulle discariche. Due i progetti attivi nella zona di Bellolampo, alle porte di Palermo: la copertura definitiva della sesta vasca e la realizzazione di una nuova, la settima bis.
La “settima bis”: un nuovo spazio per cinque anni di rifiuti
La Rap, società partecipata del Comune di Palermo che gestisce l’impianto di Bellolampo, ha ottenuto il nulla osta idraulico per la vasca VII bis, destinata ad accogliere rifiuti provenienti da Palermo, Ustica e dall’aeroporto Falcone-Borsellino.
Il progetto prevede:
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Capacità: 1,5 milioni di metri cubi
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Durata stimata: 5 anni di conferimenti
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Volume giornaliero: circa 750 tonnellate di rifiuti
La vasca sarà realizzata su un’area già usata per la settima vasca e in passato destinata a poligono militare.
Inoltre, accanto alla nuova vasca sorgerà un impianto per il pretrattamento delle frazioni secche da raccolta differenziata (plastica, carta, metalli), per favorire il riciclo in collaborazione con consorzi come Corepla, Coripet, Cial, Ricrea e Comieco.
La chiusura definitiva della sesta vasca
Nel frattempo, è approdato alla Commissione tecnica-specialistica (Cts) il progetto esecutivo per la copertura finale della VI vasca, contenente oltre 2 milioni di metri cubi di rifiuti accumulati dal 2013.
Alcuni dettagli tecnici:
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Quota massima consentita: 580 m s.l.m.
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Saranno movimentati 14.000 metri cubi di rifiuti per modellare correttamente l’altimetria
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La copertura prevede più strati: ghiaia, argilla, geotessili, teli impermeabili e terreno vegetale
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Prevista anche l’idrosemina per favorire l’attecchimento della copertura verde
Discariche e termovalorizzatori: un doppio binario ancora attivo
Mentre si attende ancora l’apertura delle buste per il progetto dei due termovalorizzatori, il lavoro sulle discariche a Bellolampo dimostra come il rapporto tra la Sicilia e lo smaltimento tradizionale dei rifiuti sia tutt’altro che superato.
I due progetti testimoniano una realtà complessa, in cui la transizione verso modelli più sostenibili convive ancora con soluzioni d’emergenza, tra burocrazia, ritardi e necessità impellenti.
di Simone Olivelli
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