Tre anni. È questo l’arco temporale dell’ultima autorizzazione rilasciata dalla Regione Siciliana per l’esportazione dei rifiuti all’estero, che conferma quanto la strada verso l’autosufficienza nella gestione del ciclo dei rifiuti sull’Isola sia ancora lunga. Nonostante i termovalorizzatori promessi dal governo Schifani siano indicati come soluzione definitiva, la loro realizzazione resta lontana nel tempo.
L’ultimo decreto è stato firmato giovedì scorso dal dirigente generale del Dipartimento regionale Acque e Rifiuti, Arturo Vallone. Il provvedimento riguarda una nuova serie di trasporti marittimi verso la Grecia e introduce una novità significativa: la validità triennale, fino al 19 aprile 2028.
Dal porto di Bari a Patrasso: rotta dei rifiuti siciliani
Le spedizioni, in tutto 750, prevedono il trasferimento di 20mila tonnellate di rifiuti indifferenziati lavorati presso l’impianto di trattamento meccanico-biologico di Termini Imerese, gestito dalla società Rekogest, con sede legale a Milano. I rifiuti partiranno dal porto di Bari, indicato come punto di uscita dall’Italia, per approdare a Patrasso, il principale porto del Peloponneso.
La destinazione finale è l’impianto di Titan Cement Company a Kamari, dove i rifiuti verranno utilizzati come combustibile alternativo per la produzione di cemento. Una scelta coerente con quanto previsto dalla normativa europea e nazionale, che privilegia le operazioni di recupero rispetto allo smaltimento, come ricordato anche nelle premesse del decreto.
L’iter autorizzativo e i controlli
Per ottenere il via libera, è stato necessario il parere positivo delle autorità greche. Il Ministero dell’Ambiente e dell’Energia della Grecia ha concesso l’autorizzazione, notificata alla Regione il 10 aprile. Tuttavia, l’articolo 3 del decreto precisa che l’autorizzazione italiana rimane subordinata alla conferma da parte delle autorità greche, senza chiarire se durante i tre anni sarà necessario un rinnovo formale del consenso.
Dal punto di vista legale, la società Rekogest risulta iscritta – in fase di aggiornamento – alla white list della Prefettura di Milano. Ha inoltre dichiarato di non essere soggetta a cause di divieto, decadenza o sospensione previste dal Codice Antimafia (art. 67 del D.lgs. 159/2011), che impediscono rapporti con la pubblica amministrazione in caso di infiltrazioni o legami con la criminalità.
Sicurezza ambientale e obblighi di trasporto
Il decreto ribadisce infine l’obbligo di rispettare le disposizioni del Regolamento europeo 1013/2006 sulle spedizioni transfrontaliere di rifiuti. Produttori, trasportatori e gestori dovranno adottare tutte le misure necessarie a garantire che i rifiuti vengano gestiti senza rischi per la salute umana e in modo ecologicamente corretto. Durante il trasporto, dovranno essere utilizzati contenitori adeguati, in grado di evitare sversamenti, contaminazioni o contatti con l’ambiente.
Simone Olivelli
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