La Sicilia resta sotto osservazione per la gestione delle risorse idriche. L’Anbi segnala che, nonostante un 37% in più di acqua invasata rispetto al 2023, lo stato di severità idrica per l’agricoltura resta molto alto. Lo scorso anno si era arrivati al razionamento e alle autobotti per le aziende agricole, mentre oggi la situazione è meno grave ma ancora lontana dalla normalità.
Eventi estremi: sete a Palermo, fiumi d’acqua ad Alcamo
La crisi climatica si manifesta con fenomeni opposti: da un lato la siccità, dall’altro le bombe d’acqua. L’ultimo episodio si è registrato ad Alcamo, dove un violento temporale ha trasformato le strade in torrenti, segnalando criticità nelle reti di canalizzazione e fognatura.
Stato dei bacini siciliani
Nonostante i miglioramenti, i dati restano allarmanti. Alcuni esempi:
-
Poma: 21 milioni di metri cubi su 72 disponibili.
-
Rosamarina: 20 su 73 milioni di metri cubi invasabili.
La Sicilia orientale mostra una maggiore piovosità, mentre i bacini occidentali risultano in forte sofferenza. La tenuta delle riserve dipenderà dalle precipitazioni autunnali.
I nodi irrisolti dei consorzi di bonifica
Sul fronte della governance, la riforma dei consorzi di bonifica è rimasta bloccata all’Ars. La gestione è ancora affidata a commissari straordinari, con debiti crescenti e lavoratori in attesa di certezze.
I sindacati Flai Cgil, Fai Cisl e Filbi denunciano una “malagestione diffusa” e chiedono una riforma strutturale per garantire efficienza e tutele occupazionali. La Regione, tramite il presidente Schifani, ha annunciato lo stanziamento di 10 milioni di euro, ma solo nella manovra quater di fine settembre.
di Daniele D'Alessandro
Lascia una risposta