I mari della Sicilia sono sempre più compromessi dalla presenza di plastiche e microplastiche, secondo il rapporto 2024 di ARPA Sicilia, realizzato in collaborazione con il Ministero dell’Ambiente e ISPRA.
Il monitoraggio, condotto nelle acque territoriali siciliane, ha rilevato un dato allarmante: il 94,5% dei rifiuti è costituito da plastica, soprattutto frammenti derivanti dalla degradazione di oggetti più grandi.
Le zone più colpite: Isole Ciclopi, Egadi e Mondello
Le aree marine protette non sono immuni:
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Isole Ciclopi: area con la maggiore quantità di rifiuti galleggianti
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Egadi e Capo Gallo: picchi elevati, soprattutto a luglio
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Mondello (Palermo): record negativo con 0,192 oggetti per m² a 0,5 miglia dalla costa
Sulle spiagge, il primato negativo va a Milazzo (Messina), fortemente condizionata da attività industriali e antropiche.
Perché d’estate la situazione peggiora?
Le indagini hanno evidenziato che i mesi estivi sono i peggiori, in particolare luglio, a causa di:
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Aumento della fruizione turistica delle coste
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Navigazione da diporto e attività ricreative
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Commercio e turismo balneare
Quali rifiuti troviamo nei mari siciliani?
Oltre alle plastiche, tra i rifiuti più comuni ci sono:
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Bottiglie, tappi, bicchieri e sacchetti di plastica
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Mozziconi di sigarette
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Frammenti di vetro e ceramica
Al contrario, spiagge come Imera (Palermo) e Torre Salsa (Agrigento) risultano meno impattate, mantenendo un buon grado di naturalità.
Monitoraggi e mappature per salvare il mare siciliano
Il programma ha incluso:
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Analisi delle acque, sedimenti e biota
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Monitoraggio di microplastiche e rifiuti galleggianti
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Rilievi e mappature dei fondali e habitat di pregio.
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