Prosegue il processo per la vendita all’asta dei beni di Giovanni Impastato, tra cui Casa Memoria, un immobile di grande valore culturale fondato da Felicia Bartolotta, madre di Peppino Impastato. L’immobile sarà presto messo all’asta per saldare i debiti accumulati da Giovanni, che ammontano a 130mila euro nei confronti dell’attore Dario Tindaro Veca e a 1,3 milioni di euro verso l’Agenzia delle Entrate.
La vendita controversa dell’appartamento nel 2009
Nuovi dettagli emergono sulla gestione dei beni di Giovanni Impastato. Documenti rivelano che nel 2009 egli ha venduto un appartamento di sua proprietà a Benedetta Di Maggio, figlia di Procopio Di Maggio, storico boss di Cinisi, scomparso nel 2016 all’età di 100 anni. La figura di Procopio Di Maggio è nota per il suo coinvolgimento in pesanti crimini, tra cui una ventina di omicidi, ed è stato uno dei mafiosi più longevi al mondo.
Il contesto familiare della famiglia Di Maggio
Procopio Di Maggio, sopravvissuto a due attentati negli anni ‘80 e ‘90, ha avuto una discendenza segnata da vicende drammatiche. Suo figlio Gaspare, considerato il reggente della famiglia, sta scontando l’ergastolo. Un altro figlio è morto in un incidente stradale mai chiarito, mentre Giuseppe, detto Peppone, è stato ucciso nel 2000 e i suoi resti ritrovati al largo di Cefalù. Rimangono due figlie, Giuseppina e Benedetta, le quali non risultano avere precedenti penali, sebbene Benedetta sia ancora legata ad ambienti mafiosi attraverso rapporti familiari con un clan di Partinico.
Le motivazioni dell’acquisto
Nel 2009, Benedetta Di Maggio ha acquistato l’appartamento confinante con il suo, di proprietà di Giovanni Impastato, con l’intento di ampliare la sua abitazione. I due appartamenti sono stati uniti, e Benedetta vi ha vissuto prima di trasferirsi a Partinico.
Da un punto di vista pratico, la compravendita sembra dettata da motivazioni tecniche e non da dinamiche sospette. Tuttavia, il fatto che Giovanni Impastato abbia concluso un’operazione immobiliare con una persona legata a un contesto mafioso solleva interrogativi, soprattutto considerando il suo storico impegno nella lotta alla mafia.
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