Negli ultimi giorni l’Etna ha ripreso la sua attività, apparentemente sopita dal giugno scorso, quando si era registrata un’attività stromboliana al Cratere di Sud-Est.
Lo scorso 10 agosto 2025 si è osservata una colata lavica in area sommitale, propagatasi tra la Bocca Nuova e il Cratere di Sud-Est, con l’apertura di una bocca effusiva sul versante meridionale della Bocca Nuova. Nei giorni successivi l’attività stromboliana è proseguita, con una seconda bocca effusiva apertasi tra Bocca Nuova e Cratere di Sud-Est.
L’analisi dell’Ingv: nessun rischio per l’aeroporto di Catania
Secondo Giuseppe Salerno, responsabile del reparto di Vulcanologia dell’Osservatorio Etneo dell’Ingv, l’attività nasce da bocche eruttive localizzate tra Bocca Nuova e Cratere di Sud-Est, un’area strutturalmente sollecitata già da febbraio e marzo 2025.
Si tratta di un’attività puramente effusiva, con modesta attività esplosiva confinata al Cratere di Sud-Est. La cenere è caduta solo in area sommitale, senza impatti sulla circolazione aerea e senza rischio di chiusura dell’aeroporto di Catania.
Cosa aspettarsi nei prossimi mesi
Le previsioni restano incerte. L’attività effusiva potrebbe proseguire per settimane, come accaduto tra l’8 febbraio e il 2 marzo 2025, quando la colata raggiunse quote più basse con un’estensione significativa.
Non si esclude la possibilità di un’attività esplosiva più intensa con ricadute di cenere, mentre la morfologia del vulcano, come sempre per l’Etna, potrebbe cambiare anche in pochi mesi. Al momento, il tremore vulcanico è stabile e gli eventi sismici registrati non sono collegati all’eruzione in corso.
(immagine di repertorio)
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