Montana, Cassarà e Antiochia: 40 anni dopo gli omicidi di mafia che scossero l’Italia

Montana, Cassarà e Antiochia: 40 anni dopo gli omicidi di mafia che scossero l’Italia

Montana, Cassarà e Antiochia: 40 anni dopo gli omicidi di mafia che scossero l’Italia

Giuseppe “Beppe” Montana, Antonino “Ninni” Cassarà e Roberto Antiochia: tre servitori dello Stato, tre nomi diventati simboli della lotta alla mafia, assassinati da Cosa nostra nell’estate del 1985. Oggi, a quarant’anni esatti dalla loro morte, l’Italia li ricorda con commozione e riconoscenza.

Le uccisioni: luglio e agosto 1985

Il 28 luglio 1985, il commissario Montana venne assassinato a Santa Flavia. Solo pochi giorni dopo, il 6 agosto, Palermo fu teatro di un nuovo agguato: a cadere furono il vicequestore Ninni Cassarà e l’agente di scorta Roberto Antiochia. Una strage annunciata, figlia dell’odio mafioso verso chi stava infliggendo colpi durissimi ai clan.

L’omaggio di Mattarella

Nel messaggio ufficiale per l’anniversario, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha dichiarato: “La Repubblica si inchina nel loro ricordo. Furono investigatori intelligenti e tenaci, collaboratori preziosi di magistrati coraggiosi. Hanno contribuito all’arresto di latitanti pericolosi e alla conoscenza delle strutture criminali.”

Mattarella ha sottolineato come quei tre nomi siano oggi ancora testimoni viventi di valori come legalità, giustizia e coraggio civile.

Un’eredità ancora viva

  • Beppe Montana, tra i fondatori della sezione "Catturandi" di Palermo, diede la caccia ai latitanti più pericolosi, firmando un importante blitz contro gli uomini di Michele Greco pochi giorni prima di morire.

  • Ninni Cassarà è ricordato per le indagini che contribuirono alla costruzione del Maxiprocesso.

  • Roberto Antiochia, giovane agente romano, morì nel tentativo di proteggere Cassarà: una scelta di fedeltà estrema allo Stato.

La mafia li temeva

“La mafia li uccise perché li temeva”, ha ricordato Mattarella. Ma il loro sacrificio non è stato vano: la loro memoria, oggi più che mai, è trasmessa alle nuove generazioni, perché il futuro possa essere costruito su giustizia, legalità e memoria storica.

di Marianna Strano

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