Palermo, il ritorno di Totò Schillaci al Cep, tra arte e memoria

Palermo, il ritorno di Totò Schillaci al Cep, tra arte e memoria

Palermo, il ritorno di Totò Schillaci al Cep, tra arte e memoria

I suoi occhi, quelli stessi che incantarono l’Italia a Italia ’90, oggi vegliano simbolicamente sul quartiere dove tutto è iniziato. Un murale monumentale intitolato “Totò”, affacciato sul campo da calcio del Cep di Palermo, rinnova la memoria di Salvatore Schillaci, ex fuoriclasse di Messina, Juventus e della Nazionale, scomparso il 18 settembre scorso.

Realizzata dall’artista Igor Scalisi Palminteri, l’opera (15 x 14 metri) celebra il legame indissolubile tra il calciatore e il suo quartiere d’origine, luogo che lo ha forgiato sia calcisticamente che umanamente. Il progetto ha ricevuto il patrocinio della Fondazione Federico II e del Palermo FC.

Una cerimonia partecipata, un messaggio potente

Alla cerimonia di inaugurazione hanno partecipato il presidente della Fondazione Gaetano Galvagno, quello del Palermo Dario Mirri, l’artista Scalisi Palminteri, il sindaco di Palermo Roberto Lagalla, l’ex portiere e compagno di squadra Stefano Tacconi, e il deputato regionale Vincenzo Figuccia, tra i promotori dell’iniziativa. Presente anche la famiglia Schillaci.

L’evento è stato impreziosito da un light show a cura di Giulia Galioto (Odd Agency), simbolo dell’affetto che Palermo nutre per Schillaci, che pur non avendo mai vestito la maglia rosanero, ha portato alto il nome della città nel mondo.

Un nuovo campo da calcio per il quartiere

Il murale si inserisce in un più ampio progetto di rigenerazione urbana, che prevede anche la realizzazione di un nuovo campo da calcio a cinque proprio di fronte all’opera. Intitolato a Totò Schillaci, sarà aperto gratuitamente ai bambini e ragazzi del quartiere, con programmi sportivi guidati da volontari.

Questo è solo l’inizio”, ha dichiarato Dario Mirri. “Mi fa piacere che parta proprio dal Cep, dove è nato Totò ma anche dove è rinato il nuovo Palermo. Il nostro club contribuirà attivamente alla realizzazione di questo spazio, dove tanti giovani potranno inseguire i propri sogni. Ricordo ancora quegli occhi meravigliosi a Italia ’90: quando rifondammo il Palermo, sei anni fa, volevamo Totò con la maglia rosanero. Il suo sogno era giocare seriamente con il Palermo, non una semplice esibizione. Quella sera venne e giocò. È il ricordo più dolce che custodisco.”

Palermo, orgoglio e resilienza

Mirri ha poi riflettuto sulla stagione sportiva e sul senso di appartenenza:
“Non ci fermiamo davanti alle difficoltà. Il Palermo ha superato 125 anni di storia, con veri fallimenti. Quelli sportivi si superano. Ora abbiamo forza, visione, e dobbiamo lavorare tutti insieme, senza cercare né colpevoli né salvatori. Ci si rialza, tutti insieme: tifosi, giocatori, staff.”

Totò Schillaci, simbolo di riscatto

Gaetano Galvagno ha ricordato Schillaci come un esempio per tutti:
“Per noi Totò è il Maradona siciliano. In un quartiere difficile ha saputo resistere alle tentazioni e inseguire un sogno. Oggi lo celebriamo con orgoglio, grazie a un artista che ha saputo raccontarlo perfettamente. Speriamo che le nuove generazioni lo prendano come esempio, evitando errori gravi. Vogliamo trasmettere un messaggio forte: non servono scorciatoie, il lavoro è sacrificio. La libertà è fondamentale.”

Un murale dedicato a chi resta nell’ombra

Scalisi Palminteri ha raccontato il senso più profondo dell’opera:
“Questo murale non è solo per Totò, ma per chi non segna, non vince, per chi resta in panchina o ai margini, come tante persone di questo quartiere. È per chi chiede di essere visto, ascoltato, amato. Totò è il pretesto per accendere una luce su questo luogo e generare una valanga di spazi sportivi e servizi per la comunità.”

Un tributo concreto della città

Il sindaco Roberto Lagalla ha ribadito l’impegno dell’amministrazione:
“Vogliamo ripartire dalle periferie. Il Comune, grazie anche alla gestione commissariale, ha intenzione di avviare presto interventi concreti al Cep e a Borgo Nuovo. A Totò Schillaci vogliamo intitolare una strada nei pressi dello stadio. Chiederemo la deroga prefettizia per farlo prima dei dieci anni dalla scomparsa: sarà un gesto simbolico ma importantissimo.”

Il ricordo di un compagno

Stefano Tacconi ha condiviso alcuni ricordi personali:
“Quando arrivò a Torino era spaesato, veniva da Messina. Da capitano lo presi sotto la mia ala. Anche durante la mia convalescenza, mi scriveva: quei messaggi, come quelli di Vialli, li custodisco con affetto. Dovevamo rivederci a Montecatini, ma è morto pochi giorni prima. È un dolore che porto dentro.”

(ITALPRESS)

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