PALERMO – Venti asili nido convenzionati con il Comune rischiano di chiudere i battenti, facendo quindi venir meno centinaia di posti per le famiglie che hanno bimbi da zero a tre anni e che hanno la necessità di questo servizio per via dei loro impegni lavorativi.
Una vera mazzata che giunge in questi giorni di asprissimo confronto tra organizzazioni di categoria e Amministrazione comunale, mentre la politica prova a fare da paciere e riaprire un dialogo che però, almeno dai toni, appare ampiamente compromesso.
Ad andare giù duro sono stati Fism, Confcooperative e Legacoop, che hanno parlato di grave atteggiamento e responsabilità da parte del Governo cittadino: “Questa Amministrazione – hanno scritto Dario Cangialosi di Fism, Cesare Arangio di Confcooperative e Pippo Fiolo di Legacoop - dovrà spiegare come potrà garantire il diritto all’educazione dei bambini e delle bambine che non hanno trovato e non troveranno un posto nei nidi comunali. In molti casi, questi bambini e bambine, sono minori in condizione di fragilità socio-economica, ospiti delle comunità alloggio, con un futuro incerto sin dalla nascita e a grave rischio di quella che viene definita povertà educativa”.
Tra le accuse rivolte al Comune c’è quella di essere stato incapace di costruire un sistema integrato pubblico-privato sociale no-profit, così come previsto dal decreto legge 65 del 2017, e che assegna alla Sicilia, il non invidiabile primato di regione con la minore offerta di numero posti-nido. “È chiaro – hanno sottolineato ancora i sindacati - che il sistema dei servizi educativi, che non è unico e non è integrato, è naufragato. I bambini accolti negli asili nido gestiti direttamente dal Comune valgono almeno quattro volte di più rispetto agli altri, per i costi che tutta la collettività deve sostenere e per il privilegio che viene riservato a soli ottocento bambini. Si chiude dunque, indecorosamente, una stagione di richieste di co-programmazione e co-progettazione”.
A rispondere a tono ci ha pensato l’assessore alla Scuola, Giovanna Marano, che ha ribattuto colpo su colpo rivendicando l’attività portata avanti dall’Ente: “Strumentalizzare i bambini per aggirare le regole – ha detto - è il significato, neanche tanto occulto o profondo, del comunicato diramato da Confcooperative Sicilia, Fism Sicilia e Lega Coop Sociali Sicilia, i cui toni e modalità restano estranei e distanti da qualunque logica di dialogo sociale. Sorprendenti le accuse a un assessorato che ha svolto un ruolo riconosciuto dall’Autorità di gestione nazionale dei fondi Pac infanzia come ‘virtuoso’, e che ha intrattenuto decine e decine di confronti con i tre soggetti di rappresentanza, oggi strumentalmente accusatori, e sino a ieri pomeriggio al tavolo di confronto con l’intero assessorato”.
“Il sistema integrato – ha aggiunto Marano – non è omologazione tra servizi pubblici a gestione diretta e imprese educative private, né la pretesa di aver riconosciuti le prestazioni vuote per piene, ma è l’esaltazione delle specificità tanto dell’impresa privata che del sistema pubblico. Ulteriori accuse riguardanti colpevoli tariffazioni, fuori mercato o non congrue, vengono rivolte ingiustamente al Comune che applica regole e indicazioni nazionali e regionali. Forse per coprire altri colpevoli ritardi? Nessun annuncio, tantomeno enfatico, è mai stato fatto relativamente ai servizi integrati”.
Intanto c’è chi ha lanciato appelli per la riapertura di un dialogo sereno tra le parti. Come per esempio la Cisal: “Lo scontro tra le associazioni che rappresentano gli asili nido privati e il Comune di Palermo – ha detto il segretario generale della sigla palermitana, Gianluca Colombino – non giova a nessuno, né ai lavoratori e alle lavoratrici che rischiano di rimanere senza occupazione, né alle famiglie che potrebbero non avere strutture a disposizione per bambini e bambine a ridosso dell’inizio dell’anno scolastico. Chiediamo alle parti di riprendere il dialogo per trovare soluzioni, evitando querelle che non giovano a nessuno e di cui non si capisce il senso in un momento critico come questo”.
Allo stesso modo il consigliere comunale Milena Gentile si è rivolta al Governo cittadino chiedendo un’apertura: “Pur non condividendo i toni della protesta – ha precisato – ritengo non debba restare inascoltato l’allarme lanciato dalle cooperative sociali che gestiscono i venti asili nido convenzionati della nostra città. Considerati gli orientamenti dettati dalle linee guida regionali, peraltro condivise dall’Anci nell’ambito della cabina di regia Dl 65/2017, sono certa che il sindaco e l’assessore Marano, dalla lunga esperienza sindacale, riusciranno a trovare una soluzione al problema burocratico che rischia di compromettere l’anno scolastico 2021-2022 e nel contempo di mettere a repentaglio i destini lavorativi di tanto personale”.
Gaspare Ingargiola
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