Ponte sullo Stretto, ambientalisti contro la delibera CIPESS: “Vizi procedurali e costi incerti”

Ponte sullo Stretto, ambientalisti contro la delibera CIPESS: “Vizi procedurali e costi incerti”

Ponte sullo Stretto, ambientalisti contro la delibera CIPESS: “Vizi procedurali e costi incerti”

Greenpeace, Legambiente, Lipu e WWF hanno depositato un memorandum alla Corte dei Conti per evidenziare presunti vizi nell’iter di approvazione del progetto definitivo del ponte sullo Stretto di Messina. Al centro delle contestazioni:

  • presunte lacune nelle valutazioni ambientali,

  • incertezze sui costi complessivi,

  • possibili profili di incostituzionalità delle norme che hanno accelerato l’iter.

Le associazioni chiedono un controllo di legittimità prima della pubblicazione della delibera CIPESS in Gazzetta Ufficiale.

La replica di Pietro Ciucci: “Pieno rispetto delle normative”

La società Stretto di Messina e il suo amministratore delegato Pietro Ciucci hanno respinto le accuse: “Il progetto definitivo è stato sviluppato nel pieno rispetto delle normative italiane ed europee. Non esistono elementi di indeterminazione né sul piano tecnico né su quello procedurale”.

Ciucci sottolinea che eventuali prescrizioni ministeriali saranno recepite in fase di progettazione esecutiva e che la fattibilità tecnica non è mai stata messa in discussione.

Il nodo ambientale e la Direttiva Habitat

Secondo le associazioni, la delibera CIPESS sarebbe stata adottata senza completare test di tenuta e approfondimenti sismici considerati essenziali. Inoltre, mettono in dubbio la legittimità della procedura in relazione alle direttive UE e alla Direttiva Habitat, vista l’area protetta Natura 2000 che interessa il progetto.

La società, al contrario, ricorda i passaggi già acquisiti:

  • parere favorevole allo Studio di Impatto Ambientale (13 novembre 2024),

  • parere positivo sulla Valutazione di Incidenza (21 maggio 2025).

Una partita ancora aperta

Resta incerta la posizione della Commissione ambiente dell’UE che deve concedere la deroga per la realizzazione del collegamento stabile. Nel frattempo, opposizioni e associazioni ambientaliste hanno depositato ricorsi al TAR e sollecitato la Corte dei Conti per un controllo sugli oneri a carico dello Stato.

Il nodo centrale resta quello dei costi: le associazioni parlano di cifre indeterminate, mentre la società Stretto di Messina ribadisce che gli studi di traffico e l’analisi costi-benefici, condotti da soggetti indipendenti, confermano i benefici economici e ambientali del ponte.

di Hermes Carbone

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