Ponte sullo Stretto, via libera con riserve: il Quirinale boccia la norma antimafia

Ponte sullo Stretto, via libera con riserve: il Quirinale boccia la norma antimafia

Ponte sullo Stretto, via libera con riserve: il Quirinale boccia la norma antimafia

C’è il semaforo verde per il Ponte sullo Stretto: la Commissione VIA-VAS ha dato parere favorevole al progetto, subordinando però l’approvazione a una serie di condizioni e prescrizioni che dovranno essere rigorosamente rispettate dall’impresa aggiudicataria.
A comunicarlo è stato il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, nel corso di una conferenza stampa con la vicepresidente della Commissione Europea, Teresa Ribera, rispondendo a una domanda sui rilievi scientifici espressi dal MASE in merito all’impatto del ponte.

Un passo in avanti verso l’apertura dei cantieri

L’approvazione rappresenta un passaggio fondamentale nel percorso verso l’avvio dei cantieri, che – secondo le dichiarazioni del ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini – potrebbe avvenire già nell’estate del 2025.
Un’accelerazione sostenuta anche dall’approvazione del Decreto Infrastrutture, provvedimento definito “urgente e strategico” per spingere la realizzazione di opere chiave, migliorare la gestione dei contratti pubblici e rafforzare il sistema dei trasporti, in linea con gli obiettivi del PNRR e gli impegni assunti con l’Unione Europea.

Tensione con il Quirinale sulla norma antimafia

Non mancano però le polemiche: il Quirinale ha espresso riserve sulla norma relativa ai controlli antimafia inserita all’ultimo nel decreto Infrastrutture.
Secondo una nota ufficiale della Presidenza della Repubblica, la disposizione non risultava nel testo inizialmente inviato al Colle, ma è stata aggiunta a ridosso del Consiglio dei Ministri.
Il comunicato sottolinea inoltre che “la normativa vigente già prevede controlli antimafia stringenti per le opere strategiche” e che la norma proposta introduceva una procedura speciale, finora applicata solo in casi di emergenza o eventi eccezionali, che avrebbe potuto indebolire il sistema attuale, permettendo deroghe al Codice Antimafia.

La replica di Salvini: “Vigileremo con il massimo rigore”

Il ministro Salvini ha replicato con fermezza, rivendicando l’intento di rafforzare i controlli: “Avevamo previsto più poteri al Ministero dell’Interno e alle Prefetture per evitare infiltrazioni. Se il Quirinale la pensa diversamente, sarà il Parlamento a garantire il massimo della trasparenza.”

E ha aggiunto: “Con oltre 100.000 posti di lavoro in ballo e migliaia di imprese coinvolte, è mio interesse che ogni soggetto – dalle procure alle associazioni – possa vigilare con attenzione assoluta”.

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