La Sicilia sempre più "vecchia": gli under 35 saranno quasi dimezzati fra qualche anno

La Sicilia sempre più "vecchia": gli under 35 saranno quasi dimezzati fra qualche anno

La Sicilia sempre più “vecchia”: gli under 35 saranno quasi dimezzati fra qualche anno

La Sicilia sta diventando sempre più vecchia. Una realtà evidente a tutte quelle famiglie che vedono i propri figli partire e cercare la propria fortuna altrove, e che viene confermata dai dati raccolti dall’Istat. Se nel 1981 la popolazione residente tra i 18 e i 34 anni rappresentava il 24,9%, nel 2021 è scesa al 18,8%, con una riduzione di circa 300 mila unità. L’andamento in decremento non può che peggiorare. La previsione per il 2040 è di una ulteriore perdita di circa 200 mila individui, che in termini percentuale si traduce in appena il 16,5% del totale della popolazione residente. In meno di vent’anni, quindi, i giovani siciliani saranno quasi la metà di quelli attuali.

L’intera Italia sta invecchiando

Dati allarmanti, che, purtroppo, non stupiscono. L’intera penisola sta vedendo una riduzione della popolazione giovane sempre più evidente, tanto che la media nazionale di popolazione tra i 18 e i 34 anni si attesta sul 16,6%. Per macro area, saranno proprio le Isole a subire la maggiore perdita, scendendo al 16%, mentre i numeri più alti sono previsti nel Nord Est e nel Nord Ovest, con previsioni che salgono rispettivamente al 17% e al 16,8%. Si tratta comunque di variazioni poco importanti, andando a definire nel dettaglio quella che è una situazione estremamente preoccupante, e che riguarda l’intero mondo occidentale. La fase storica più recente si caratterizza per il progressivo impoverimento demografico, tanto che giovani e adolescenti rischiano di divenire sempre più “merce rara”. Non a caso, i giovani costituiscono un ambito di interesse specifico nelle policy nazionali e comunitarie.

I giovani siciliani sono ormai una categoria da proteggere

Secondo l’Istat, il Mezzogiorno d’Italia presenta una perdita accentuata di popolazione giovanile. Attualmente, la quota di giovani è maggiore nel Mezzogiorno (18,6%) rispetto al Centro-nord (16,9%), ma nel primo caso la flessione è molto severa (-28% dal 2002). Inoltre, nonostante la gioventù sia un’età di passaggio, ma gli attuali giovani del Mezzogiorno hanno un percorso più “lungo e complicato” verso l’età adulta: si dilatano i tempi di uscita dalla casa dei genitori, di formazione di una famiglia propria, della prima procreazione. Nel Mezzogiorno il 71,5% dei 18-34enni nel 2022 vive in famiglia, con un forte aumento rispetto al 2001 (62,2%). Nelle nuove generazioni di giovani meridionali si rileva una progressiva estensione dei percorsi di studio. I percorsi universitari dei meridionali sono spesso più lenti e caratterizzati da una significativa “emigrazione studentesca”. Ciò potrebbe alimentare una deprivazione ulteriore di capitale umano con competenze avanzate, indispensabile per il Mezzogiorno.

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