La cabina di regia sulla Zona Economica Speciale (ZES) Unica del Mezzogiorno si è rivelata un'importante occasione per fare il punto sui risultati di questa iniziativa strategica, fortemente sostenuta dal Governo per rilanciare il tessuto produttivo del Sud Italia. La premier Giorgia Meloni, intervenendo durante l'incontro, ha sottolineato il carattere innovativo del progetto, che rappresenta una delle ZES più grandi d’Europa.
Un progetto ambizioso e innovativo
“La ZES unica non è semplicemente la somma delle otto ZES precedenti, ma un progetto completamente nuovo,” ha spiegato la premier. Questa vasta area economica è stata progettata per attrarre investimenti attraverso semplificazioni amministrative e vantaggi fiscali, promuovendo al contempo le specificità territoriali grazie a una governance unitaria. Il sistema punta a massimizzare le risorse disponibili, tra cui i fondi del PNRR e quelli di coesione.
Due strumenti fondamentali hanno caratterizzato la ZES unica: il regime semplificato dell’autorizzazione unica e il credito d’imposta per gli investimenti. Dal 1° gennaio 2024, data di istituzione della ZES unica, sono state rilasciate 415 autorizzazioni, autorizzando progetti per un valore complessivo di 2,4 miliardi di euro, superando gli investimenti delle precedenti ZES in soli 11 mesi. Questi interventi hanno generato ricadute occupazionali stimate in 8.000 nuovi posti di lavoro.
Successo del credito d’imposta e nuove risorse
Anche il credito d’imposta ha avuto un riscontro positivo. Per il 2024 erano stati stanziati inizialmente 1,8 miliardi di euro, ma a fronte di richieste superiori alle previsioni, il Governo ha aggiunto 1,6 miliardi di euro, soddisfacendo integralmente le richieste ricevute. In totale, le imprese hanno potuto beneficiare di 2,5 miliardi di euro di credito d’imposta, generando investimenti per oltre 5 miliardi di euro, inclusi quelli già autorizzati.
Per il 2025, il Governo ha confermato un ulteriore stanziamento di 2,2 miliardi di euro e introdotto 50 milioni di euro per la "ZES unica agricola", rafforzando l’obiettivo di creare opportunità concrete per il Mezzogiorno.
Il Sud come locomotiva d’Italia
Meloni ha ribadito come il Mezzogiorno stia contribuendo in maniera determinante alla crescita del Paese. Nel 2023, il PIL del Sud è aumentato più della media nazionale, un trend destinato a proseguire anche nel 2024. L’occupazione è cresciuta, le esportazioni del Sud hanno dato un impulso decisivo all'economia nazionale, e il tessuto imprenditoriale si è rafforzato con l’aumento di società di capitali e PMI innovative.
“Il Sud non chiede assistenzialismo, ma opportunità per competere alla pari con il resto d’Italia,” ha dichiarato la premier, sottolineando l’importanza di investimenti infrastrutturali per ridurre il divario con il Nord. A questo proposito, il Governo ha destinato almeno il 40% dei fondi pluriennali alle regioni del Sud, con ulteriori 300 milioni di euro stanziati dal CIPESS per migliorare viabilità, infrastrutture e servizi pubblici.
Una strategia a 360 gradi
Il Governo ha anche registrato il DPCM di approvazione del Piano Strategico sulla ZES unica, aprendo la strada a ulteriori interventi mirati. Inoltre, è stata richiesta una ricognizione dettagliata di tutti gli interventi e investimenti che coinvolgono il Sud, sia da parte delle amministrazioni centrali che dai Presidenti delle Regioni, per potenziare la sinergia e migliorare l’efficacia delle iniziative.
“Il 2025 sarà un anno decisivo per consolidare i progressi ottenuti e rafforzare gli interventi dove necessario,” ha concluso Meloni. Tra le priorità future, l’estensione del “modello Caivano” ad altre aree critiche del Sud rappresenta un tassello fondamentale per garantire uno sviluppo equilibrato e sostenibile in tutto il Mezzogiorno.
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