Alla vigilia della riapertura delle scuole, le famiglie italiane devono affrontare una nuova stangata sui libri scolastici. Per il 2025 si prevede un rialzo complessivo del +2,8%, ben al di sopra del tasso di inflazione programmata pari all’1,8%. L’aumento riguarda in particolare i testi della scuola primaria e secondaria di primo grado, ma il peso maggiore si registra alle superiori, dove ai manuali obbligatori si sommano dizionari e testi facoltativi.
Il quadro degli ultimi anni mostra rincari costanti: +6,7% rispetto al 2023, +11,9% sul 2022 e +14,4% sul 2021. In pratica, una famiglia che oggi acquista un pacchetto di testi simile a quello di quattro anni fa spende oltre un settimo in più. La denuncia arriva dall’Unione Nazionale Consumatori, che ha elaborato i dati Istat.
Cancelleria e cartoleria: rincari strutturali
Sul fronte della cartoleria, i quaderni e la carta segnano nel 2025 un incremento più contenuto, pari al +1,5% rispetto allo scorso anno. Tuttavia, restano pesanti i rincari cumulati: +9,8% nel 2022 e +7,5% nel 2023, che portano a un +20,3% complessivo rispetto al 2021.
Peggio ancora la piccola cancelleria: penne, matite ed evidenziatori segnano un aumento del +6,9% sul 2024, che diventa +10,4% rispetto al 2023, +16,6% sul 2022 e addirittura +24,2% sul 2021. Una crescita che ha inciso in modo strutturale sul corredo scolastico. Molte famiglie tentano di diluire gli acquisti durante l’anno o scelgono marchi meno noti, ma la dinamica indica un fenomeno stabile e non passeggero.
Alloggi universitari: il peso maggiore del caro studio
Per gli studenti fuori sede, la spesa più gravosa resta l’alloggio. Nel 2025 si stima un aumento del +6% rispetto al 2024, che diventa +13,6% rispetto al 2023, +15,7% sul 2022 e +19,8% sul 2021. A differenza dei libri, il peso degli affitti grava sulle famiglie per dodici mesi l’anno, comprimendo bilanci e borse di studio. La combinazione tra domanda elevata, offerta insufficiente e rincari dei servizi spiega perché l’alloggio sia tra i principali fattori del caro scuola.
Unc e Antitrust contro i vincoli agli sconti
L’Unione Nazionale Consumatori chiede al Governo un intervento urgente contro il caro scuola, in particolare sui vincoli agli sconti sui libri scolastici. Dal 2020, infatti, la legge vieta a supermercati e piattaforme online di superare il 15% di sconto sul prezzo di copertina, anche sotto forma di buoni spesa.
Anche l’Antitrust, nel Rapporto preliminare sull’editoria scolastica, ha confermato le criticità segnalate dall’Unc. Secondo il presidente Massimiliano Dona, l’obbligatorietà dei libri di testo rende inappropriato che i costi di sostegno agli editori ricadano interamente sulle famiglie.
Licenze digitali e mercato dell’usato
Un nodo cruciale riguarda i codici digitali monouso, che impediscono il trasferimento delle licenze a un nuovo acquirente. Questa pratica limita il mercato dell’usato, riduce il valore dei testi e ostacola anche il comodato gratuito. In sostanza, la transizione digitale, invece di facilitare il riuso, rischia di azzerarlo, penalizzando ulteriormente famiglie e studenti.
di Michele Giuliano
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