Un tempo “braccia strappate all’agricoltura” era una battuta ironica. Oggi rischia di essere un dramma reale. Guerre, tensioni commerciali e dazi stanno ridisegnando il mercato globale delle materie prime. E l’Italia corre ai ripari con ColtivaItalia, il disegno di legge presentato dal ministro Francesco Lollobrigida per ridurre la dipendenza dall’estero e rafforzare la sovranità alimentare.
Un miliardo per salvare i campi (e i giovani)
Il Governo promette 1 miliardo di euro in diverse linee d’intervento. Tra queste:
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900 milioni per settori strategici: frumento, allevamento, olivicoltura.
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150 milioni per i giovani agricoltori, con accesso agevolato al credito e terreni gratuiti per dieci anni.
In Sicilia, l’Ismea metterà a bando 198 terreni per 3.493 ettari in comodato gratuito decennale, riscattabili alla metà del valore iniziale.
Una misura che potrebbe frenare lo spopolamento rurale. Ma è davvero così?
Frumento, oliveti e allevamenti: un ritorno al passato?
La Sicilia è terra di grano, olivi e zootecnia. Ma negli ultimi anni i campi si svuotano, sostituiti da impianti fotovoltaici più redditizi. Gli agricoltori protestano contro il grano canadese e americano che entra nei porti siciliani a prezzi stracciati.
ColtivaItalia punta su contratti di filiera (10 milioni di euro) per stabilizzare i prezzi e dare reddito certo. Peccato che sia una goccia nel mare rispetto alla volatilità globale.
Giovani in campagna: sogno o retorica?
Il fondo da 150 milioni per il ricambio generazionale sembra la misura più ambiziosa. Ma quanti giovani investiranno in agricoltura senza certezze sul mercato, con costi alle stelle e una burocrazia che resta un macigno, nonostante le promesse di semplificazione?
Tecnologia e ricerca: svolta o slogan?
Il ddl prevede assunzioni al Crea (45 nuove unità) e una trasformazione di Agea in AgeaIT, per spingere digitalizzazione e innovazione agricola. Si parla di IA, sensoristica, meccatronica. Parole d’effetto, ma in un contesto in cui i problemi sono l’acqua che manca, i prezzi bassi e i campi abbandonati, la tecnologia rischia di essere una toppa glamour su una falla strutturale.
La domanda finale: basterà un miliardo?
Lollobrigida promette una svolta in nome della sovranità alimentare. Ma gli esperti avvertono: senza politiche di lungo respiro, il rischio è che ColtivaItalia si riduca a un manifesto elettorale. In Sicilia, dove la terra c’è ma i contadini scappano, il vero nodo non è solo mettere terreni a bando, ma garantire redditività, acqua, mercati e regole chiare. Energia o cibo? Impianti fotovoltaici o campi coltivati? Il futuro dell’agricoltura siciliana si gioca oggi, ma con quanta consapevolezza?
di Mauro Seminara
1 Commenti
L'estorsore mafioso politico e passeggio...
Buone braccia rubate all’agricoltura…