Il fenomeno dell’invecchiamento della popolazione si riflette anche sul tessuto imprenditoriale. Secondo i dati Unioncamere-Infocamere, in Sicilia a giugno 2025 si contano 34.497 titolari d’impresa con almeno 70 anni, pari al 13,3% del totale regionale (259.524).
Negli ultimi dieci anni l’Isola ha registrato un aumento di 3.885 imprenditori anziani, nonostante il calo complessivo delle imprese individuali (-20.167). La quota siciliana supera la media nazionale (10,7%), collocando la regione tra quelle con la più alta incidenza di over 70.
Sicilia tra le regioni con più anziani alla guida delle imprese
Nel confronto con le altre regioni italiane:
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Basilicata → 15% di titolari over 70
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Umbria → 14,7%
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Marche → 14,1%
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Abruzzo → 14%
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Sicilia → 13,3% (seconda in Italia per numero assoluto dopo la Lombardia).
La Sicilia, infatti, conta più over 70 imprenditori rispetto a tutte le altre regioni del Sud, un dato che riflette la forza ma anche la fragilità del tessuto economico locale.
Le province siciliane più colpite dall’invecchiamento
La distribuzione interna non è uniforme. Alcune province mostrano incidenze tra le più alte d’Italia:
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Trapani → 17,6%
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Enna → 15,6%
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Caltanissetta → 16,9%
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Siracusa e Agrigento → 14,6%
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Messina → 13,6%
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Palermo → 11,6% (ma con il maggior incremento assoluto: +1.840 over 70 in dieci anni).
Il rischio del mancato ricambio generazionale
L’elevata concentrazione di over 70 nelle imprese siciliane si accompagna a un forte calo delle attività giovanili. Secondo Unioncamere:
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nel 2014 le imprese under 35 in Sicilia erano 63.691;
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a dicembre 2024 erano scese a 42.736;
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il calo è del -32,9% in dieci anni, più marcato della media nazionale (-24%).
Nonostante la riduzione, la Sicilia resta tra le regioni con il maggior numero di imprese giovanili in valore assoluto. Tuttavia, il ritmo del ricambio generazionale resta insufficiente a compensare l’invecchiamento strutturale.
Una Sicilia tra tradizione e sfida al futuro
L’analisi mostra una regione dove le microimprese familiari e i settori tradizionali restano centrali, ma il ricambio generazionale è lento e fragile. Il rischio concreto è la perdita di competenze e di attività storiche radicate nei territori, se non si favorirà l’ingresso e la permanenza dei giovani nel mondo dell’imprenditoria.
di Chiara Borzì
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