Infrastrutture Sicilia 2025: cantieri RFI e ANAS tra maxi-investimenti e ritardi

Infrastrutture Sicilia 2025: cantieri RFI e ANAS tra maxi-investimenti e ritardi

Infrastrutture Sicilia 2025: cantieri RFI e ANAS tra maxi-investimenti e ritardi

La Sicilia è al centro di una stagione infrastrutturale senza precedenti, con cantieri RFI e ANAS che muovono complessivamente oltre 34 miliardi di euro tra opere ferroviarie e stradali. Un’occasione storica che, tuttavia, si intreccia con ritardi, cantieri bloccati e fondi PNRR persi, alimentando il malcontento di cittadini e amministratori locali.

RFI: cantieri ferroviari tra maxi-investimenti e fondi PNRR persi

Nel triangolo Catania–Messina–Palermo RFI ha in corso lavori per 23 miliardi di euro (18 già finanziati). Tra i progetti principali:

  • Raddoppio Messina–Catania (Giampilieri–Fiumefreddo): cantieri complessi, costi saliti a 2,3 miliardi per condizioni geologiche e presenza di arsenico.

  • Linea Palermo–Catania: 178 km di tracciato ad alta capacità, ma alcuni lotti non più coperti da PNRR a causa dei ritardi.

  • Catania–Siracusa (Bicocca–Targia): opere frammentate, finanziamenti parziali e lavori sospesi per mancanza di fondi.

ANAS: manutenzioni, opere nuove e cantieri bloccati

Sul fronte stradale, ANAS ha in programma 210 interventi (195 di manutenzione e 15 nuove opere), con uno stanziamento da 11,5 miliardi di euro. Tuttavia:

  • In provincia di Agrigento restano bloccati i cantieri sui viadotti Akragas I e II, e sospeso quello sul Viadotto RE lungo la SS 115.

  • Sulla SS 115 Sud Occidentale Sicula, avanzamento fermo al 13% nonostante consegna prevista a dicembre.

  • Sulle SS 121 e 189 (Palermo–Agrigento) i lavori proseguono tra cronoprogrammi sfilacciati e interruzioni storiche.

Le criticità: costi, vincoli e ritardi

Le principali cause dei ritardi sono:

  • aumento dei costi dei materiali;

  • vincoli ambientali e archeologici;

  • complessità geologiche e idriche per i cantieri sotterranei;

  • procedure burocratiche ed espropriative.

Il futuro delle infrastrutture siciliane

Se completate, queste opere trasformeranno la Sicilia in un hub logistico del Mediterraneo, riducendo il divario infrastrutturale con il resto d’Italia. Ma senza una gestione efficiente, il rischio è quello di perdere risorse strategiche e mantenere l’Isola legata a un sistema viario frammentato, con oltre l’80% degli spostamenti ancora su gomma.

di Hermes Carbone

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