Nel giorno del Primo Maggio, dedicato alla festa dei lavoratori, il pensiero non può che andare a chi ha perso la vita proprio mentre lavorava. Una tragedia silenziosa ma continua, che attraversa tutta l’Italia e che in Sicilia assume contorni particolarmente drammatici.
Solo nei primi mesi del 2025, sono già 11 i morti sul lavoro sull’Isola. A ricordarlo, lo scorso 28 aprile, è stato Francesco Lucchesi, segretario confederale della Cgil Sicilia con delega alla sicurezza, in occasione della Giornata mondiale per la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro.
Casteldaccia, simbolo di dolore e memoria
Proprio in memoria di queste vittime, la Cgil Sicilia, insieme a Cisl e Uil, ha scelto di ritrovarsi oggi a Casteldaccia, teatro di una delle più gravi tragedie recenti. Qui, il 6 maggio 2024, cinque operai morirono mentre eseguivano lavori di manutenzione allo scarico fognario. Una ferita ancora aperta, che rende questo luogo simbolo della battaglia per un lavoro più sicuro. Lo slogan scelto per la giornata è forte e diretto: “Uniti per un lavoro sicuro”.
Sicilia a rischio “basso”, ma le vittime ci sono
Secondo il report annuale dell’Osservatorio Sicurezza Vega Engineering, che analizza l’incidenza degli infortuni mortali sul lavoro in Italia, la Sicilia rientra nella "zona bianca", ovvero tra le regioni a rischio più basso. Questo dato, basato sul numero di morti per milione di occupati, include anche regioni dove non si sono registrati decessi nel periodo esaminato, come Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, Molise, Sardegna e Valle d’Aosta.
Ecco la mappa del rischio:
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Zona rossa (rischio molto alto): Umbria, Trentino-Alto Adige, Calabria, Basilicata, Puglia, Piemonte.
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Zona arancione: Campania, Veneto.
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Zona gialla: Lombardia, Liguria, Marche.
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Zona bianca (rischio basso): Toscana, Lazio, Sicilia, Emilia-Romagna e le regioni senza vittime.
Settori e fasce d’età più colpiti
L’analisi di Vega Engineering evidenzia che i settori più a rischio nel 2025 sono:
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Trasporti e magazzinaggio: 6 decessi.
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Edilizia e costruzioni: 4 decessi.
Anche l’età incide fortemente sul rischio infortuni:
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Fascia 55-64 anni: la più colpita, con un tasso di 4,5 morti per milione di occupati.
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Fascia 15-24 anni: seconda per incidenza, con 2,5 morti per milione.
Questi numeri mostrano chiaramente che nessuna generazione è esclusa dal rischio: colpisce sia i lavoratori esperti che i più giovani, con dinamiche spesso diverse ma ugualmente tragiche.
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