Un tonfo che risuona oltre i confini nazionali. I dati sull’occupazione nel Mezzogiorno italiano pubblicati dall’Eurostat 2025 mostrano una realtà preoccupante: Sicilia, Calabria e Campania si collocano agli ultimi posti in Europa per solidità del mercato del lavoro, tasso di occupazione e inclusione giovanile.
Il report, contenuto nell’Annuario delle Regioni Europee 2025, fotografa una situazione di forte divario economico e sociale tra Nord e Sud, con il Mezzogiorno fanalino di coda dell’intera Unione Europea.
Il tasso di occupazione in Sicilia tra i più bassi d’Europa
L’Eurostat analizza il rapporto tra popolazione attiva e fascia d’età 20-64 anni. I dati mostrano che nel 2024 Sicilia (50,7%), Campania (49,4%) e Calabria (48,5%) hanno i tassi di occupazione più bassi dell’Ue.
In pratica, meno di una persona su due in età lavorativa risulta occupata.
Per confronto, la media europea è del 75,8%, mentre i Paesi più virtuosi superano l’83,5%. La Sicilia registra quindi il terzultimo tasso d’occupazione d’Europa, evidenziando una distanza strutturale ormai cronica.
Occupazione e livello d’istruzione: il paradosso del Sud
Il divario si allarga ulteriormente se si guarda al livello di istruzione.
Secondo Eurostat, nel 2024 “solo il 59,8% delle persone con istruzione media in Sicilia era occupato”. Valori simili si registrano in Calabria (53,2%) e Campania (58,2%).
Anche tra i laureati, il quadro resta negativo: in Sicilia il tasso d’occupazione degli individui più istruiti resta sotto il 78,5%, rispetto all’87,8% della media UE.
Il Sud, quindi, non riesce a valorizzare il capitale umano più formato, un elemento che frena la crescita economica e incentiva l’emigrazione giovanile.
Sicilia e Calabria ai vertici europei per numero di Neet
Altro dato allarmante: il tasso di Neet (giovani tra i 15 e i 29 anni che non studiano né lavorano).
Nel 2024 la media europea è dell’11%, ma in Calabria (26,2%) e Sicilia (25,7%) la percentuale supera il 25%.
Anche la Campania segue a ruota, con il 24,9%.
Quasi un giovane su quattro nel Sud Italia vive quindi una condizione di inattività totale, con elevato rischio di esclusione sociale e lavorativa.
Disoccupazione di lunga durata e lavoro nero: doppia piaga per il Sud
L’Eurostat evidenzia inoltre la persistenza della disoccupazione di lunga durata: in Sicilia il tasso raggiunge l’8%, in Campania il 9,9% e in Calabria l’8,3%, contro una media UE dell’1,9%.
Si tratta di persone senza lavoro da oltre un anno, spesso escluse dai circuiti formativi e professionali.
Dietro questi numeri, si nasconde anche il fenomeno del lavoro nero. I dati Istat 2022 mostrano che il tasso d’irregolarità degli occupati raggiunge il 17,1% in Calabria, il 14,2% in Campania e il 13,6% in Sicilia, ben oltre la media nazionale del 9,7%. In altre parole, le regioni con più disoccupati ufficiali sono anche quelle con la maggiore incidenza di lavoro sommerso, segno di un sistema economico ancora fragile e informale.
Il Sud sprofonda: fallimento delle politiche di coesione
Nonostante i segnali di “ripresa” registrati dall’Istat, il rapporto Eurostat 2025 conferma che la coesione territoriale in Italia resta un obiettivo mancato.
Il divario tra Nord e Sud – che in alcuni casi supera i 30 punti percentuali nel tasso di occupazione – è il più alto d’Europa.
Anche il Nord, pur registrando tassi più alti, non raggiunge la soglia minima europea del 78%, segno che la crisi occupazionale italiana è strutturale e diffusa.
A meno di un anno dalla scadenza del PNRR, i risultati appaiono insufficienti. Le politiche messe in campo non hanno ancora prodotto gli effetti sperati sulla cohesione e sull’occupazione giovanile.
L’urgenza di un nuovo modello per il lavoro al Sud
I dati Eurostat 2025 lanciano un messaggio chiaro: senza un cambio di rotta radicale, il Mezzogiorno resterà il fanalino di coda d’Europa.
Servono politiche attive per l’occupazione, infrastrutture efficienti, incentivi alle imprese e percorsi formativi mirati ai settori in crescita.
Solo così la Sicilia, la Calabria e la Campania potranno uscire dal circolo vizioso di disoccupazione, precarietà e lavoro nero, restituendo ai giovani del Sud una prospettiva reale di futuro.
di Gioacchino D'Amico
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Ti ingressi a chi? Al bancomat? Carte clonate..
Non fansioni..