Il Governo mette mano al portafogli per affrontare il sovraffollamento carcerario: 758 milioni di euro in tre anni (2025-2027) per un piano di edilizia carceraria che prevede 60 interventi. Obiettivo dichiarato: recuperare 9.696 posti mancanti.
Ma i numeri non tornano. Oggi il deficit reale è di 15.697 posti. Anche con il piano edilizio e con l’idea di ricorrere a fondi immobiliari carcerari per riqualificare le strutture obsolete, la soluzione sembra ancora lontana.
Palazzo Chigi punta su una logica “più mattoni, meno alternative”, ma c’è chi avverte: rischiamo di spendere milioni per arrivare tardi e male.
Carceri differenziate per tossicodipendenti: una toppa, non la cura
Il ministro Carlo Nordio ha annunciato un regime detentivo differenziato per tossicodipendenti, purché il reato sia non grave e legato alla dipendenza. L’obiettivo dichiarato è curare più che punire.
Un segnale di apertura, certo, ma che riguarda poche migliaia di casi e che non risolve il nodo centrale: l’Italia continua a incarcerare troppo e male, soprattutto per reati minori.
Sicilia, l’inferno delle celle: sovraffollamento e caldo record
In Sicilia il problema è esplosivo: 23 istituti penitenziari, 7.068 detenuti contro una capienza di 6.438 posti.
Il tasso di sovraffollamento sfonda livelli record:
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Gela: 156,2%
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Catania Piazza Lanza: 147,7%
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Augusta: 160,4% (case di reclusione)
E poi c’è il caldo infernale: fino a 40 gradi in cella, con ventilatori acquistati dai detenuti o donati dai volontari. Il Governo ha ringraziato il Consiglio nazionale forense per i 120 ventilatori. Ma basteranno?
Antigone Sicilia: “La direzione è sbagliata”
Durissimo il commento di Giorgio Bisagna, presidente di Antigone Sicilia: “Affidarsi all’edilizia è un’illusione. Nel 2027 potremmo essere ancora in emergenza. Servono depenalizzazioni e misure alternative, non nuove celle. Si continua a costruire senza affrontare le cause”.
Tra le proposte ignorate dal Governo:
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Depenalizzare i reati minori
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Rafforzare gli organici di magistratura e servizi sociali
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Creare strutture sanitarie e psichiatriche, non para-carceri
“La pena è la privazione della libertà, non la sofferenza fisica. Uno Stato che ringrazia per dei ventilatori è uno Stato che ha fallito”, conclude Bisagna.
di Renata Giordano
1 Commenti
Il mafioso, il camionista, il forzista circonvenzionatori e la violazione di domicilio....
Anche più strutture..