Il ciclone Ast si è abbattuto oggi sulla scena politica regionale, in seguito all’inchiesta che vede coinvolta la dirigenza dell’Azienda siciliana trasporti.
Musumeci dà incarico ai suoi legali di presentare denuncia
Tra i primi a prendere la parola è stato il presidente della Regione, Nello Musumeci: "Com'è noto a tutti in Sicilia, il governo della Regione ha formalmente mosso in questi anni tutti i rilievi possibili al direttore dell'Ast, che ho incontrato una sola volta, in riunione al Palazzo Orleans, credo nel 2020, e al quale ho manifestato pubblicamente tutta la mia disistima, chiedendo al presidente dell'Ast di rimuoverlo. Alla luce delle intercettazioni oggi diffuse, ho dato mandato ai miei legali di presentare una denuncia".
"Sono orgoglioso, invece, che nell'ordinanza, ancora una volta, si evidenzi come l'attività del mio governo abbia impedito la commissione di atti illegittimi. Siamo stati contro ogni malaffare e adesso (e nel futuro) emergerà sempre la nostra linearità di condotta rispetto a certe abitudini che, forse, si vogliono dimenticare".
Cancelleri: "Servizi penosi, Musumeci si prenda le sue responsabilità"
Dall’altra parte incalzano i partiti dell’opposizione. "L'ennesimo scandalo, l'ennesima vergogna", ha detto il sottosegretario al ministero delle Infrastrutture Giancarlo Cancelleri alla notizia del ciclone giudiziario che si è abbattuto sull'Ast.
"Ancora una volta dal governo Musumeci arrivano solo brutte notizie - aggiunge -. Questa volta è il turno dell'Ast che, messa a soqquadro da un'indagine per corruzione e truffa, racconta l'ennesima pagina nera di un governo regionale sempre più inadeguato ad amministrare la nostra isola. È vergognoso leggere di dubbi coinvolgimenti della politica regionale su questioni che riguardano una Partecipata che dovrebbe offrire servizi ai siciliani e invece fa acqua da tutte le parti - incalza Cancelleri -. I servizi gestiti da Ast, Partecipata della Regione, sono penosi e Musumeci deve prendersi le sue responsabilità e ammettere il suo totale fallimento. Se in Sicilia le cose non funzionano è l'immagine plastica dei disastri del governo e del suo presidente. Abbiamo il dovere di archiviare questa penosa esperienza di centrodestra e stabilire il buon governo della nostra terra".
Claudio Fava: "Quale attività di controllo messa in campo dagli assessorati competenti?"
E’ intervenuto sulla vicenda anche il presidente della commissione Antimafia dell'Ars, Claudio Fava. "Non spetta alla politica individuare eventuali profili penali, ma certamente l'inchiesta che ha colpito il management dell'Ast non può essere derubricata a questione che riguardi solo la Procura. Davanti alle circostanziate accuse di una gestione privatistica ed economicamente dissennata di un asset fondamentale per la Sicilia, di fronte allo scempio morale di un'azienda utilizzata come bancomat per assunzioni e clientele, ci chiediamo quale attività di controllo sia stata messa in campo dagli assessorati competenti in questi anni. E pretendiamo di sapere se il governo della regione stia monitorando l'azione delle altre società partecipate per scongiurare casi analoghi e per abolire definitivamente l'utilizzo criminogeno delle agenzie interinali al posto di procedure concorsuali pubbliche".
"Quanto all'immagine e ai fatti che quelle intercettazioni ci restituiscono, una volta di più siamo convinti che in Sicilia occorra una bonifica morale profonda che non può essere delegata al lavoro della magistratura - aggiunge -. Un ceto politico, qualunque sia la sua collocazione politica, ripiegato solo sulla ricerca del consenso è una zavorra della quale i siciliani si devono liberare. Prima che sia troppo tardi".
Micciché chiamato in causa, pronto a denunciare per diffamazione
Piccata è stata poi la replica del presidente dell’Ars Gianfranco Micciché che in qualche modo sarebbe stato chiamato in causa nello scandalo. "Chiedo al signor Fiduccia di indicare alla Procura i nominativi delle persone assunte su mia pressione, altrimenti lo denuncio per diffamazione. Non credo di avere il suo numero di telefono, né mi ricordo come sia fatto fisicamente. Quello di tirare fuori il mio nome sta diventando uno sport insopportabile".
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