Consorzi di bonifica, bocciata la norma: scontro in Aula e riforma in stallo

Consorzi di bonifica, bocciata la norma: scontro in Aula e riforma in stallo

Consorzi di bonifica, bocciata la norma: scontro in Aula e riforma in stallo

“Qui parliamo di codice civile”, ha premesso Antonello Cracolici (PD) durante il dibattito sull’articolo 3 del disegno di legge sulla riforma dei consorzi di bonifica. Il deputato ha messo in luce una contraddizione giuridica: senza l’istituzione di un fondo regionale per coprire i debiti pregressi, la soppressione dei vecchi consorzi sarebbe di fatto irrealizzabile.

“Non si può trasferire il patrimonio ai nuovi consorzi lasciando debiti scoperti”, ha avvertito Cracolici, suggerendo che in assenza di coperture finanziarie, la norma potrebbe configurarsi come una manovra illusoria.

I lavori in Aula e il nodo dell’articolo 3

Dopo l’approvazione dei primi articoli del disegno di legge, l’Assemblea si è scontrata sulla norma che avrebbe soppresso gli attuali tredici consorzi per sostituirli con quattro macro-consorzi regionali. L’articolo 3 è stato sottoposto a voto segreto, su richiesta delle opposizioni e con il sostegno di Cracolici.

Antonio De Luca (M5S), capogruppo all’Ars, ha denunciato i rischi di liquidazioni decennali e creditori lasciati senza compensi. “Sarebbe vergognoso avallare una norma che froda i fornitori e aggira le responsabilità della Regione”, ha dichiarato.

Liquidazione e criticità: parola all’assessore Barbagallo

L’assessore all’Agricoltura Salvatore Barbagallo ha cercato di rassicurare l’Aula: “I consorzi hanno anche crediti. La liquidazione seguirà le regole del Codice civile. Il governo vigilerà sul processo”. Tuttavia, le garanzie offerte non sono bastate.

Con 31 voti favorevoli all’emendamento soppressivo (prima firma Antonio De Luca) e 26 contrari, l’articolo 3 è stato affossato. Il presidente dell’Ars Gaetano Galvagno ha quindi sospeso la seduta, lasciando la riforma in uno stato di stallo.

M5S: “Norma-truffa bocciata. Governo Schifani fallimentare”

“La bocciatura della norma è l’ennesimo fallimento del governo Schifani”, ha tuonato De Luca. “Una legge che avrebbe azzerato i diritti dei creditori e lasciato senza garanzie lavoratori e territori. Non ci si può lavare le mani e dare la colpa alle opposizioni”.

Il M5S propone ora un emendamento alla prossima variazione di bilancio per finanziare la stabilizzazione dei lavoratori. La riforma, attesa da oltre due anni e dopo decenni di commissariamenti, sembra destinata a nuovi rinvii.

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