La deputata nazionale del Movimento 5 Stelle, Daniela Morfino, ha presentato un’interrogazione parlamentare per chiedere quali iniziative intenda assumere il Governo per colmare le gravi carenze strutturali e gestionali nella gestione delle risorse idriche in Sicilia.
L’atto è stato depositato a inizio settembre e indirizzato ai ministri Salvini, Pichetto Fratin e Musumeci, con quest’ultimo delegato a rispondere.
Le criticità: dalle reti colabrodo ai Consorzi di bonifica
Nell’interrogazione, Morfino richiama i rilievi della Corte dei conti e il fallimento dei Consorzi di bonifica, incapaci di far finanziare dal Pnrr i 31 progetti presentati, per un valore di oltre 422 milioni di euro. Una bocciatura pesante che ha penalizzato agricoltura e zootecnia.
Permane inoltre il problema delle reti idriche obsolete e delle infrastrutture incompiute, che limitano la reale disponibilità d’acqua sull’isola.
Il nodo delle dighe e degli invasi
La Sicilia dispone di un potenziale di 1,1 miliardi di metri cubi d’acqua, ma, a causa di manutenzione insufficiente e collaudi mancanti, la capacità reale scende al 67%. Solo 18 invasi su 38 sono operativi a pieno regime.
Un dato che conferma la necessità di un piano strutturale, superando l’attuale gestione emergenziale.
Le risposte attese da Musumeci
Il tema è particolarmente delicato per il ministro Nello Musumeci, già presidente della Regione Siciliana negli anni in cui molte di queste criticità sono emerse. Ora dovrà rispondere in Parlamento, illustrando le strategie del Governo per affrontare la crisi idrica e garantire un utilizzo più efficiente delle risorse disponibili.
di Simone Olivelli
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