Il 3 maggio 2024, un gruppo di parlamentari siciliani del Movimento 5 Stelle chiedeva chiarimenti urgenti al presidente della Regione Renato Schifani su una possibile interlocuzione con il Governo nazionale per la realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina. L’interrogazione, con richiesta di risposta orale in Aula, era stata presentata come "urgente".
Peccato che la risposta sia arrivata quasi un anno dopo. Schifani ha delegato la replica all’assessore alle Infrastrutture Alessandro Aricò, con una nota datata 20 giugno 2024. Aricò è poi intervenuto in Aula solo il 9 aprile 2025, all’interno di una seduta dedicata alle interrogazioni urgenti. Una risposta ormai tardiva e trasformata, per pura formalità, in una risposta scritta.
Sala d’Ercole mezza vuota: venti deputati e poche risposte
Tra l’8 e il 9 aprile, l’Assemblea regionale siciliana ha dedicato le sue sedute quasi esclusivamente alle interrogazioni per Attività produttive e Infrastrutture e Mobilità. Martedì era presente in Aula l’assessore Edy Tamajo, mercoledì l’assessore Aricò. Il picco di affluenza tra i parlamentari? Appena venti presenti.
Il calendario delle attività, come ricordato dal vicepresidente Nuccio Di Paola, era stato concordato in Conferenza dei capigruppo. Ma ciò non ha impedito a diversi deputati – soprattutto quelli provenienti da province più lontane, come Ragusa e Siracusa – di esprimere il proprio disappunto dopo ore di viaggio per sedute lampo.
Tempistiche record: interrogazioni urgenti come referti dell’Asp
Le cosiddette “urgenze” parlamentari all’Ars sembrano seguire i tempi biblici dei referti istologici dell’Asp di Trapani. È il caso della richiesta dell’11 aprile 2024 su “problemi di sicurezza e vivibilità nelle case popolari di Pozzallo”: la risposta è arrivata esattamente un anno dopo, ad aprile 2025.
Stesso copione per l’interrogazione presentata dal Pd sui lavori di ristrutturazione del bacino di carenaggio del porto di Trapani. La richiesta, datata 18 giugno 2024, è stata girata all’assessore competente solo a metà luglio, per poi cadere in una lunga attesa. Le risposte, quando arrivano, sembrano più un riempitivo per aule semivuote che un vero momento di confronto istituzionale.
La politica altrove: l’Ars rallenta per le elezioni provinciali
L’attività parlamentare risente chiaramente della campagna elettorale in corso per il rinnovo degli organismi delle ex Province. Deputati e capigruppo sono impegnati nei territori per trattative e alleanze, lasciando a Sala d’Ercole un ruolo marginale.
E mentre le sedute scorrono lente, relatori assenti e commissioni in affanno: anche gli stralci del disegno di legge 738 attendono di essere incardinati. Alla fine è toccato al forzista Salvo Tomarchio, unico membro presente della Commissione Attività produttive, improvvisarsi relatore per il "comma bis" del ddl.
De Luca (M5S): “Così il Parlamento non può lavorare”
Durante la seduta dell’8 aprile, il deputato Antonio De Luca (M5S) ha puntato il dito contro i ritardi del Governo regionale nel rispondere alle interrogazioni. In particolare, ha ricordato la lunga attesa per avere chiarimenti sui ritardi nella refertazione degli esami istologici in Sicilia, tema su cui l’opposizione chiede da settimane un confronto serio in Aula.
Ma il calendario dell’Ars è ormai saturo. Tra Pasqua, 25 aprile, 1° maggio e il voto per le ex Province, lo spazio per nuove discussioni scarseggia. E a giugno, con l’arrivo del collegato alla finanziaria, si entrerà nel vivo delle manovre economiche. Poi, come da tradizione, ci sarà la cerimonia del ventaglio e la chiusura estiva. Le urgenze, come sempre, possono aspettare.
Mauro Seminara
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