Pd in piazza a Palermo: “Mandiamoli via”. Protesta dopo l’inchiesta sulla Sanità siciliana

Pd in piazza a Palermo: “Mandiamoli via”. Protesta dopo l’inchiesta sulla Sanità siciliana

Pd in piazza a Palermo: “Mandiamoli via”. Protesta dopo l’inchiesta sulla Sanità siciliana

Il Partito Democratico è sceso in piazza a Palermo per protestare contro il governo regionale di Renato Schifani dopo la nuova inchiesta sugli appalti truccati e le nomine pilotate nella Sanità siciliana. La Procura di Palermo ha chiesto gli arresti domiciliari per 17 persone, tra cui figure note della politica e dell’imprenditoria, con in testa Totò Cuffaro.

Nelle ultime ore il governo regionale ha sospeso tre dirigenti coinvolti, ma per il Pd siciliano si tratta di un provvedimento “tardivo e insufficiente”.

La protesta del Pd: “Mandiamoli via”

Nel pomeriggio, i dirigenti e i militanti del Partito Democratico siciliano si sono radunati davanti all’assessorato regionale alla Famiglia in via Trinacria, a Palermo, per chiedere un cambio radicale. L’iniziativa, intitolata “Mandiamoli via”, è stata lanciata sui canali social del Pd Sicilia e ha visto la partecipazione della presidente Cleo Li Calzi, della vicesegretaria Valentina Chinnici, dei componenti della segreteria regionale Sergio Lima, Mari Albanese e Alfredo Rizzo, dell’ex parlamentare Marika Di Marco e di numerosi iscritti.

Schlein: “La Sicilia è ancora ostaggio di un sistema di potere”

La segretaria nazionale del Pd, Elly Schlein, ha commentato con durezza le notizie emerse dall’inchiesta, sottolineando come la Regione continui a essere “ostaggio di un sistema di potere clientelare e immobilista”. “La gestione della sanità, gli appalti e perfino i concorsi pubblici sono piegati ad interessi di parte”, si legge in una nota del Pd. “La Sicilia, vent’anni dopo, è ancora tenuta in ostaggio. Non sta a noi fare valutazioni sui reati commessi, ma le intercettazioni raccontano un sistema che uccide futuro e speranza”.

Schlein ha aggiunto: “In una Regione dove la speranza di vita è tra le più basse d’Italia, alcuni manager della sanità si occupano più di servire interessi politici che di migliorare i servizi. I bandi pubblici diventano strumenti di scambio, le selezioni nei concorsi premiano gli amici del politico di turno. È un modello di potere che va spezzato”.

“Il problema non è solo Cuffaro ma anche chi guida la Regione”

Per la segretaria dem, il nodo politico va oltre il ruolo dell’ex presidente Totò Cuffaro: “Il problema non è solo Cuffaro, ma chi oggi guida la Regione. La destra siciliana è in crisi, incapace di rispondere ai bisogni dei cittadini. Schifani dovrebbe prenderne atto e trarne le conseguenze”. Secondo Schlein, limitarsi a sospendere tecnici e funzionari non basta: “Occorre affrontare le responsabilità politiche. Il campo progressista deve ricostruire, con i siciliani, una speranza di cambiamento reale”.

Cleo Li Calzi: “L’assessorato alla Famiglia è un luogo simbolo”

Durante la manifestazione, la presidente del Pd Sicilia Cleo Li Calzi ha spiegato la scelta del luogo della protesta: “Abbiamo scelto l’assessorato alla Famiglia perché rappresenta un simbolo. Qui, secondo quanto emerso dalle indagini, Cuffaro incontrava persone e distribuiva bandi agli amici, mentre molte associazioni che avevano diritto ai fondi venivano escluse”.

Valentina Chinnici: “Schifani deve assumersi le sue responsabilità”

La vicesegretaria regionale Valentina Chinnici ha chiesto al presidente Schifani di fare un passo indietro: “Non basta rimuovere i dirigenti, serve assumersi le responsabilità politiche. Schifani deve rispondere di un sistema che premia i fedeli e penalizza i meritevoli”.

Sergio Lima: “Schifani dimostra che il vero presidente non è lui”

Infine, Sergio Lima della segreteria regionale del Pd ha accusato Schifani di “vigliaccheria politica”: “Sospendere i dirigenti senza nominare chi li copriva politicamente significa continuare a essere sotto scacco. Se non si affrontano le cause profonde del sistema Cuffaro, nulla cambierà davvero”.

La manifestazione del Pd a Palermo è solo la prima di una serie di iniziative annunciate dal partito per chiedere trasparenza, legalità e rinnovamento nella gestione della Sanità siciliana. Un segnale politico forte, che apre un nuovo fronte di scontro con il governo Schifani e mette al centro il tema della credibilità delle istituzioni regionali.

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