Il Pnrr in Sicilia, a pochi mesi dalle scadenze fissate dall’Unione europea, mostra criticità profonde. Quello che doveva rappresentare uno strumento decisivo per ridurre i ritardi strutturali, migliorare l’efficienza amministrativa e modernizzare la Regione, rischia invece di tradursi in un fallimento.
A lanciare l’allarme è Davide Faraone, vicepresidente nazionale di Italia Viva, intervenuto a Termini Imerese all’iniziativa dal titolo “Porti, strade e ferrovie. Risultati e ritardi del Pnrr”.
I numeri del Pnrr in Sicilia: fondi in gran parte ancora fermi
Secondo i dati elaborati dal Centro studi di Italia Viva Sicilia, la situazione appare particolarmente preoccupante.
Su 16,05 miliardi di euro complessivamente destinati alla Sicilia:
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5,25 miliardi risultano pagati (32,72%)
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appena 1,27 miliardi sono stati rendicontati (7,91%)
In pratica, quasi il 70% delle risorse non è ancora stato erogato, con una capacità di rendicontazione giudicata estremamente insufficiente. “A colpire è soprattutto la scarsissima capacità di rendicontazione”, ha sottolineato Faraone.
Regione Sicilia in forte ritardo sulla gestione dei progetti
La situazione peggiora ulteriormente se si guarda ai fondi direttamente gestiti dalla Regione Siciliana.
Su 3.557 progetti, per un valore complessivo di 1,97 miliardi di euro:
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510 milioni risultano pagati (25,87%)
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141 milioni sono stati rendicontati (7,19%)
Numeri che, secondo Faraone, rendono evidente l’impossibilità di rispettare le tempistiche previste dal Piano.
“A questo ritmo servirebbero anni per completare la spesa”
Il vicepresidente di Italia Viva non usa mezzi termini nel descrivere lo scenario: “Con questi ritmi servirebbero altri quattro anni solo per completare la spesa. Per la rendicontazione, invece, non basterebbe nemmeno un secolo”.
Secondo Faraone, le emergenze infrastrutturali e sociali dell’Isola sono state trasformate in paralisi amministrativa, non per carenza di fondi, ma per gravi limiti organizzativi.
Le cause del fallimento secondo Italia Viva
Alla base dei ritardi, secondo Faraone, non c’è la mancanza di risorse economiche, ma:
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lentezza della macchina amministrativa
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assenza di coordinamento
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carenza di competenze professionali
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scarso senso di responsabilità gestionale
Un mix di fattori che rischia di compromettere una delle più grandi opportunità di sviluppo per la Sicilia degli ultimi decenni.
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