Alla fine ha prevalso la linea della prudenza. Dopo le reazioni a caldo della premier Giorgia Meloni e del ministro Matteo Salvini, che avevano parlato rispettivamente di “invasione” e di “ingerenza” della magistratura contabile, Palazzo Chigi ha deciso di attendere.
Nessun colpo di mano sul Ponte sullo Stretto di Messina finché non saranno pubblicate le motivazioni della Corte dei Conti che hanno portato al mancato visto di legittimità sulla delibera Cipess n. 41/2025, l’atto che dava via libera definitivo al progetto del collegamento stabile tra Messina e Reggio Calabria.
Il Governo replica dopo la pubblicazione delle motivazioni
In una nota ufficiale diffusa dopo la riunione straordinaria del Consiglio dei ministri, si legge: “Solo dopo averne esaminato nel dettaglio i contenuti, il Governo provvederà a replicare puntualmente a ciascun rilievo, utilizzando tutti gli strumenti previsti dall’ordinamento”. La decisione della Sezione centrale di controllo di legittimità su atti del Governo, presieduta da Ermanno Granelli, ha riguardato esclusivamente profili giuridici e finanziari relativi al Piano economico-finanziario del progetto, senza entrare nel merito dell’opera.
I rilievi della Corte dei Conti
Secondo quanto trapelato, i rilievi dei giudici contabili riguardano diversi aspetti:
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le coperture finanziarie dell’opera; 
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la sostenibilità economica e l’attendibilità delle stime di traffico; 
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la conformità del progetto definitivo ai vincoli ambientali e antisismici; 
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le regole europee e la gestione delle variazioni di costo (che superano il 50% rispetto al progetto originario). 
Possibile delibera del Consiglio dei ministri
Il progetto del Ponte non è formalmente bloccato. Il Consiglio dei ministri, su proposta del Dipe guidato da Alessandro Morelli, può deliberare per riconoscere l’atto efficace in base a un giudizio di prevalente interesse pubblico.
È questa la via suggerita da Matilde Siracusano (Forza Italia), sottosegretaria ai Rapporti con il Parlamento, che spiega: “Nelle prossime settimane il Consiglio dei ministri potrà valutare se la realizzazione del Ponte risponda a interessi pubblici di rilevanza superiore e quindi debba essere eseguito comunque”. In tal caso, la Corte dei Conti dovrà ordinare la registrazione dell’atto con visto di riserva, conferendo piena efficacia al provvedimento.
Le motivazioni attese entro trentagiorni
La Corte dei Conti ha annunciato la pubblicazione delle motivazioni entro trenta giorni, testo che definirà nel dettaglio i rilievi tecnici e la roadmap giuridica per eventuali correzioni. Nel frattempo, la società Stretto di Messina S.p.A., guidata da Pietro Ciucci, ha ribadito di aver agito nel “pieno rispetto delle norme italiane ed europee” e conferma la volontà di “proseguire con l’opera secondo le direttive del Governo e del Ministero delle Infrastrutture”.
Le reazioni e l’impatto occupazionale
Il nuovo stop è stato accolto con delusione e preoccupazione da parte dei 7.500 candidati che avevano presentato domanda a Webuild per lavorare al cantiere del Ponte. Il segretario generale dell’Ugl, Paolo Capone, ha definito la bocciatura “una beffa per lo sviluppo del Mezzogiorno”. Dalla Cisl Messina, Antonino Alibrandi sottolinea come “il numero di domande presentate dimostri il desiderio di crescita e lavoro dei giovani del Sud”. Di parere opposto la Cgil, con Gino Giove, che invita a “reindirizzare le risorse per modernizzare davvero la Sicilia e la Calabria”.
Attesa per la decisione definitiva
Con la pubblicazione delle motivazioni entro un mese, il Governo potrà valutare se ricorrere alla procedura di visto con riserva o rivedere alcuni aspetti del progetto. La decisione finale determinerà il futuro del Ponte sullo Stretto, tra polemiche politiche, sfide legali e aspettative economiche per tutto il Mezzogiorno.
 
			 
	
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