Riforma dei Consorzi di Bonifica in Sicilia: caos all’Ars e maggioranza in affanno

Riforma dei Consorzi di Bonifica in Sicilia: caos all’Ars e maggioranza in affanno

Riforma dei Consorzi di Bonifica in Sicilia: caos all’Ars e maggioranza in affanno

Il disegno di legge per il riordino dei Consorzi di bonifica in Sicilia parte con evidenti criticità: un testo contestato e una maggioranza che fatica a mantenere la compattezza in aula. Il governo regionale, rappresentato all’Ars dall’assessore all’Agricoltura Salvatore Barbagallo, ha avviato la discussione in un clima politico tutt’altro che favorevole.

Il caso Amata scuote Palazzo d’Orleans

Parallelamente, le tensioni si spostano su Palazzo d’Orleans, dove l'attenzione politica si concentra sull’assessore al Turismo Elvira Amata, indagata dalla Procura di Palermo. Nonostante la notifica di conclusione delle indagini, il presidente della Regione Renato Schifani conferma la piena fiducia nell’assessore, dichiarando: “Sono convinto che ogni aspetto legato alla vicenda giudiziaria troverà chiarimento nelle sedi competenti”.

Aula sguarnita e ddl sotto assedio

Intanto all’Ars, in un’aula semivuota e orfana del presidente Galvagno, il disegno di legge approda tra i banchi con oltre 500 emendamenti. A presiedere la seduta è Nuccio Di Paola, mentre dalla maggioranza si registrano pochi interventi, tra cui quello di Ignazio Abbate, presidente della Commissione Affari Istituzionali, e dei capigruppo Carmelo Pace (DC) e Stefano Pellegrino (FI).

Il Pd all’attacco: “Riforma monca e inefficace”

Le opposizioni, in particolare Partito Democratico e Movimento 5 Stelle, smontano il testo. Il capogruppo dem Michele Catanzaro denuncia una riforma priva di visione: “Gravano debiti per 180 milioni sui consorzi. Questa legge non risolve criticità strutturali che ci portiamo dietro da decenni”.

L’affondo di Cracolici: “Da due consorzi a tredici”

Tra gli interventi più duri, quello del presidente della Commissione Antimafia Antonello Cracolici, che ricorda l’origine della riforma: “Nel 2014 fu approvata una legge che prevedeva due consorzi: Sicilia occidentale e Sicilia orientale. Poi sono diventati 13. Oggi si propone di ridurli a 4. Ma il rischio è che domani siano 17”. Cracolici critica apertamente l’ex presidente Nello Musumeci, accusandolo di aver sabotato la riforma con una lettura ideologica, trasformando un piano di razionalizzazione in un fallimento amministrativo.

Maggioranza debole e tempi stretti all’Ars

La discussione si chiude con una difesa formale dell’assessore Barbagallo, che sottolinea l’ispirazione della riforma a modelli virtuosi già sperimentati altrove. Ma la sensazione è che il ddl non sia maturo: il deputato Pd Dario Safina ha proposto di sospendere l’iter per “mancata preparazione”.

Il tempo stringe: entro il 15 luglio, giorno del Festino di Santa Rosalia, Sala d’Ercole dovrà occuparsi anche della manovra finanziaria. In caso contrario, tutto slitterà a settembre con l’interruzione estiva dei lavori parlamentari.

Mauro Seminara

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