La Sicilia si prepara a recepire la legge 33/2023 sugli anziani non autosufficienti, con il sostegno di istituzioni, politica e società civile. All’incontro organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio a Catania erano presenti, tra gli altri, il presidente dell’Ars Gaetano Galvagno e numerose personalità del mondo sanitario, economico e religioso. Il presidente della Regione Renato Schifani, assente per un lutto familiare, ha comunque seguito i lavori preparatori.
Il Sistema nazionale di assistenza agli anziani
La riforma prevede la creazione del Sistema nazionale di assistenza agli anziani non autosufficienti (Snaa), con:
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valutazione unificata dei bisogni;
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Punti unici di accesso per semplificare i servizi;
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integrazione socio-sanitaria;
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riduzione della burocrazia.
Previsti anche strumenti per l’invecchiamento attivo e, in via sperimentale, un bonus fino a 850 euro mensili per over 80 non autosufficienti con Isee sotto i 6.000 euro, erogato da Inps tra il 2025 e il 2026.
Sicilia capofila nazionale
Tutti i nove distretti sanitari dell’Isola hanno aderito al progetto pilota, rendendo la Sicilia la prima regione pronta ad applicare la legge. Secondo l’arcivescovo Vincenzo Paglia, presidente della commissione per la riforma, si tratta di “una rivoluzione spirituale, politica ed economica” per contrastare la cultura che considera gli anziani “uno scarto”.
L’urgenza demografica
Il presidente della Comunità di Sant’Egidio di Catania, Emiliano Abramo, ha ricordato che entro il 2050 in Sicilia ci saranno più anziani che bambini, sottolineando la necessità di strumenti innovativi come telemedicina e assistenza domiciliare.
Le coperture finanziarie
Secondo il deputato Nicola D’Agostino, le sperimentazioni saranno coperte dal Sistema Sanitario Nazionale, con il supporto di fondi regionali e nazionali. Galvagno ha annunciato che i lavori per il recepimento potrebbero essere calendarizzati dopo la legge di Stabilità.
di Chiara Borzì
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