Malasanità in Sicilia: il caso Maria Cristina Gallo e le liste d’attesa al collasso

Malasanità in Sicilia: il caso Maria Cristina Gallo e le liste d’attesa al collasso

Malasanità in Sicilia: il caso Maria Cristina Gallo e le liste d’attesa al collasso

La sanità siciliana affronta una crisi senza precedenti, testimoniata dal drammatico caso di Maria Cristina Gallo, 57 anni, di Mazara del Vallo. La donna è deceduta per metastasi dopo aver subito un ritardo di otto mesi nella consegna del referto istologico di un intervento apparentemente semplice. L’indagine ha portato alla luce una mole di referti mai consegnati, con 19 indagati tra medici e dirigenti dell’Asp di Trapani.

L’odissea delle liste d’attesa

Le liste d’attesa rappresentano un nodo cruciale della sanità siciliana. In molti ospedali, i cittadini devono aspettare mesi per visite specialistiche e prestazioni strumentali. La carenza di personale e posti letto aggrava il problema: in Sicilia ci sono mediamente 2,5 posti letto per mille abitanti, ben al di sotto dello standard nazionale di 3,6.

Nonostante i recenti tentativi di miglioramento, il sistema resta in tilt, con molti pazienti “parcheggiati” nei pronto soccorso e tempi d’attesa che spesso superano i limiti legali.

Pronto soccorso e strutture pubbliche al limite

I pronto soccorso restano sovraffollati, con carenze croniche di medici e organizzazione. Molti cittadini, non potendo aspettare, si rivolgono a strutture private o pagano prestazioni intramoenia, accentuando il divario tra pubblico e privato. La situazione è particolarmente critica in settori come gastroenterologia, dove l’offerta pubblica non riesce a soddisfare la crescente domanda di colon e gastroscopie.

Le misure della Regione e le difficoltà operative

Lo scorso 4 settembre, la Regione ha emanato una nota urgente per ridurre i tempi d’attesa delle prestazioni urgenti (U) e brevi (B), fissando limiti di tre e dieci giorni rispettivamente. Gli ospedali, come il Cannizzaro di Catania, hanno predisposto ambulatori extra e fondi per straordinari ai medici, ma permangono dubbi sull’efficacia complessiva.

Come sottolineano i sindacati, servirebbe anche una rivoluzione culturale dei cittadini per ridurre le assenze agli appuntamenti e migliorare la gestione delle prenotazioni.

Trasparenza e monitoraggio: un obiettivo ancora lontano

Nonostante gli obblighi di legge, molti ospedali siciliani non aggiornano i dati sulle liste d’attesa. Il Cup e le piattaforme online spesso forniscono informazioni incomplete, costringendo i cittadini a contattare più uffici per avere un quadro reale delle disponibilità. La Sicilia è penultima in Italia per adempimento dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), secondo l’ottavo Rapporto Gimbe.

Malasanità e responsabilità istituzionali

Il ministro Roberto Calderoli, rispondendo a un’interrogazione parlamentare, ha evidenziato che il caso Gallo rappresenta un episodio drammatico ma episodico. Tuttavia, il direttore generale dell’Asp di Trapani si è dimesso e proseguono le indagini penali per chiarire le responsabilità. La Regione ha avviato ispezioni e azioni correttive, ma il sistema rimane fragile e i cittadini continuano a pagare le inefficienze.

Il caso di Maria Cristina Gallo e le persistenti lunghe liste d’attesa confermano che la malasanità in Sicilia resta un problema urgente. Solo un impegno serio su personale, organizzazione e trasparenza potrà ridurre il divario tra pubblico e privato e restituire fiducia ai cittadini.

risuser

Lascia una risposta

Chiusi
Chiusi

Inserisci il tuo username o il tuo indirizzo email. Riceverai via email un link per creare una nuova password.

Chiusi

Chiusi
Preferenze Privacy
Preferenze Privacy