Tumore al colon-retto, nuova terapia del San Raffaele contro le metastasi epatiche

Tumore al colon-retto, nuova terapia del San Raffaele contro le metastasi epatiche

Tumore al colon-retto, nuova terapia del San Raffaele contro le metastasi epatiche

Un team di ricercatori dell’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano ha sviluppato un’innovativa immunoterapia cellulare sperimentale per trattare le metastasi epatiche del tumore al colon-retto, una delle principali cause di mortalità tra i pazienti oncologici. I risultati dello studio, appena pubblicato su Science Translational Medicine, sono stati coordinati dalla dottoressa Monica Casucci, responsabile del Laboratorio di Immunoterapie Innovative.

Un passo avanti per l’immunoterapia dei tumori solidi

La ricerca si inserisce nel filone dell’immunoterapia per i tumori solidi, in particolare per quelli metastatici al fegato da carcinoma del colon-retto, per i quali le opzioni terapeutiche attuali – chirurgia e chemioterapia – spesso non risultano risolutive. Le cellule Car-T, già rivoluzionarie nei tumori del sangue, finora hanno avuto efficacia limitata nei tumori solidi a causa della difficoltà di identificare bersagli tumorali selettivi e sicuri.

Car-T contro CDH17: un bersaglio sicuro e promettente

I ricercatori hanno creato cellule Car-T ingegnerizzate per colpire la proteina Caderina-17 (CDH17), presente in alte quantità sulle cellule tumorali, ma assente o non accessibile nei tessuti sani. I test su modelli preclinici e su tessuti umani derivati da pazienti hanno mostrato un’elevata efficacia antitumorale senza danneggiare le cellule sane.

“Ci siamo chiesti se esistesse un bersaglio adatto per sviluppare una terapia Car-T efficace e sicura per queste metastasi – spiega la dottoressa Beatrice Greco, prima autrice dello studio – Abbiamo identificato CDH17 e sviluppato cellule Car-T specifiche, testandole su modelli preclinici con ottimi risultati”.

Verso la sperimentazione clinica sull’uomo

Lo studio rappresenta una tappa cruciale verso l’avvio di una sperimentazione clinica di fase 1/2 per valutare la sicurezza e l’efficacia di questa terapia nei pazienti. Come sottolinea la dottoressa Monica Casucci, i risultati aprono prospettive terapeutiche anche per altri tumori solidi che esprimono CDH17, come tumori gastrici e neuroendocrini.

Il ruolo centrale della biobanca del San Raffaele

Fondamentale per la riuscita dello studio è stato il supporto del Centro Risorse Biologiche del San Raffaele, una biobanca d’eccellenza che conserva campioni biologici umani e relativi dati per la ricerca clinica traslazionale. Il centro partecipa a reti internazionali come BBMRI-ERIC, garantendo elevati standard di qualità, sicurezza ed etica.

Un progetto collettivo con impatto internazionale

Il progetto si inserisce in un programma pluriennale sostenuto dal 5xmille e dalla Fondazione AIRC, iniziato sei anni fa e che coinvolge 17 gruppi di ricerca e unità cliniche dell’Università Vita-Salute e dell’Ospedale San Raffaele. L’obiettivo: sviluppare terapie avanzate contro le metastasi epatiche da tumore al colon-retto e al pancreas. “Siamo orgogliosi del percorso fatto, che dimostra come la ricerca possa davvero trasformarsi in cura concreta per i pazienti”, afferma la professoressa Chiara Bonini, coordinatrice del programma e ordinaria di Ematologia.

La forza della ricerca traslazionale al San Raffaele

“La traslazionalità è ciò che distingue il nostro istituto: unire ricerca e clinica per portare innovazione terapeutica direttamente ai pazienti”, conclude il professor Fabio Ciceri, direttore del Comprehensive Cancer Center del San Raffaele.

Una rete europea per un futuro terapeutico

La ricerca è frutto di una collaborazione internazionale che coinvolge, oltre all’Ospedale San Raffaele, l’Institut Cochin – Université Paris-Cité, con il sostegno di enti come il Ministero della Salute, il MIUR, l’European Research Council e l’Innovative Medicines Initiative.

(Adnkronos)

risuser

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