Crisi STMicroelectronics: poche risposte e molte preoccupazioni

Crisi STMicroelectronics: poche risposte e molte preoccupazioni

Crisi STMicroelectronics: poche risposte e molte preoccupazioni

Un incontro deludente quello che si è tenuto questa mattina nella sede di Confindustria a Catania per discutere la crisi di STMicroelectronics. I sindacati e i lavoratori speravano in risposte chiare, ma hanno trovato invece incertezze e poche novità. Il punto più critico riguarda la cassa integrazione per circa 2.500 dipendenti dello stabilimento etneo, una misura che ha suscitato stupore considerando gli investimenti annunciati di recente dall'azienda.

All'incontro erano presenti le organizzazioni sindacali e i vertici della multinazionale, tra cui l'amministratore delegato per l'Italia, Lucio Colombo.

Sindacati preoccupati per il futuro dei lavoratori

L'incontro rappresenta solo il primo passo di una vicenda destinata a rimanere al centro del dibattito nazionale. Le preoccupazioni restano alte, come conferma Salvo Pappalardo della Uilm di Catania:

"Non abbiamo ottenuto risposte concrete. L'unico chiarimento dell'azienda riguarda una riduzione del 6% della forza lavoro a livello europeo. Tuttavia, per lo stabilimento di Catania sono confermate settimane di cassa integrazione, mentre la discussione sulla riorganizzazione aziendale è stata rimandata. Attendiamo un tavolo ministeriale per fare chiarezza sul piano industriale di STMicroelectronics", ha dichiarato Pappalardo.

Angelo Mazzeo dell'Ugl Metalmeccanici di Catania ha espresso le sue perplessità:

"Speravamo in dettagli più precisi sulla cassa integrazione. A marzo ci incontreremo nuovamente per definire le modalità di gestione della crisi. La questione degli esuberi resta aperta e il 2025 si prospetta un anno critico".

Il nodo dei licenziamenti e il ruolo del Governo

Rosy Scollo della Fiom Cgil di Catania ha puntato il dito contro il Governo nazionale:

"I licenziamenti non sono stati smentiti, solo ridimensionati nei numeri. Il Governo deve intervenire: STMicroelectronics ha una quota pubblica e il Ministero dell'Economia e Finanza deve prendersi le sue responsabilità. Se non ci sarà un tavolo istituzionale, ci mobiliteremo a Roma".

Anche Pietro Nicastro della Fim Cisl ha ribadito la necessità di un piano industriale chiaro:

"Ci parlano di investimenti e di migliaia di assunzioni, ma senza un piano concreto restiamo scettici. Vogliamo garanzie occupazionali e certezze sulle strategie future".

Dipendenti tra timori e incertezze

Oltre ai sindacati, anche i lavoratori sono profondamente preoccupati. Uno di loro ha dichiarato:

"La cassa integrazione colpisce ora lo stabilimento di Catania, ma potrebbe estendersi. Ci parlano di investimenti, ma senza risposte chiare è difficile essere ottimisti. Speriamo che il tavolo istituzionale venga convocato al più presto".

La crisi di STMicroelectronics si fa sempre più grave, con il rischio di pesanti ripercussioni per il futuro occupazionale e industriale della Sicilia. La palla ora passa al Governo, che dovrà chiarire la strategia per salvaguardare posti di lavoro e investimenti.

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