L’aumento permanente dei prezzi dell’energia in Europa potrebbe avere conseguenze significative sull’occupazione, con effetti particolarmente gravi in regioni industrializzate come il sud della Germania e il Nord Italia. Lo evidenzia un’analisi pubblicata sul blog della Banca Centrale Europea (BCE), che mette in guardia sugli effetti a lungo termine dell'inflazione energetica.
L’elettricità più cara può ridurre i posti di lavoro
Secondo quanto riportato dalla BCE, i dati raccolti dalle imprese indicano che un aumento permanente del 10% del prezzo dell’elettricità potrebbe causare una riduzione dell’occupazione fino al 2% nei settori ad alta intensità energetica.
Settori e regioni più vulnerabili
I danni non si limitano ai comparti industriali tradizionali: l’analisi segnala impatti significativi anche nel manifatturiero ad alta tecnologia e nei servizi locali. Le regioni più esposte includono aree ad alta concentrazione industriale, come il sud della Germania, la Ruhr, il Nord Italia e, in misura minore, il nord del Belgio.
(askanews)
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