Referendum 2025: il 8 e 9 giugno si vota su cittadinanza, lavoro e sicurezza

Referendum 2025: il 8 e 9 giugno si vota su cittadinanza, lavoro e sicurezza

Referendum 2025: il 8 e 9 giugno si vota su cittadinanza, lavoro e sicurezza

Domenica 8 e lunedì 9 giugno 2025 gli italiani saranno chiamati alle urne per esprimersi su cinque referendum abrogativi che toccano temi cruciali: cittadinanza, licenziamenti, contratti di lavoro e sicurezza nei luoghi di lavoro. Ecco una guida sintetica ai quesiti e alle posizioni dei principali partiti politici.

Che cos’è un referendum abrogativo?

Il referendum abrogativo è uno strumento di democrazia diretta che consente ai cittadini di proporre l’abrogazione totale o parziale di una legge. Previsto dall’articolo 75 della Costituzione italiana, richiede il raggiungimento del quorum di validità, ossia la partecipazione di almeno il 50% + 1 degli aventi diritto al voto.

Esempi celebri sono il referendum sul divorzio del 1974 (quorum all’87,72%) e quello del 2022 sulla giustizia, che invece non superò il 20% di partecipazione, risultando nullo. A differenza dei referendum costituzionali (come quello sul taglio dei parlamentari nel 2020), il quorum è obbligatorio per quelli abrogativi.

I cinque quesiti referendari del 2025

Ecco i temi su cui gli elettori saranno chiamati a esprimersi:

1. Cittadinanza italiana

Il quesito propone di ridurre da 10 a 5 gli anni di residenza regolare necessari per richiedere la cittadinanza italiana. Una volta ottenuta, la cittadinanza sarebbe estesa automaticamente anche ai figli minorenni. Nessuna modifica agli altri requisiti (lingua, assenza di condanne, ecc.). Il provvedimento riguarderebbe oltre 2,3 milioni di persone.

2. Licenziamenti illegittimi

Si propone di abrogare le norme del Jobs Act che impediscono la reintegrazione sul posto di lavoro di chi è stato licenziato ingiustamente dopo il 2015. Oggi, per chi è stato assunto con contratto a tutele crescenti, il reintegro non è garantito nemmeno in caso di licenziamento ritenuto illegittimo dal giudice.

3. Indennità nei licenziamenti nelle piccole imprese

Il quesito mira a rimuovere il tetto all’indennizzo per i lavoratori licenziati senza giusta causa nelle aziende con meno di 16 dipendenti, rafforzando così le tutele per i dipendenti delle micro-imprese.

4. Contratti a termine

Si chiede di reintrodurre l’obbligo di causale per l’attivazione dei contratti a tempo determinato, abrogando le modifiche del Jobs Act che hanno reso più flessibile l’uso di questi contratti.

5. Responsabilità del committente in caso di infortuni

Il quesito punta ad ampliare la responsabilità dell’imprenditore committente in caso di infortuni sul lavoro o malattie professionali. Si vuole eliminare la clausola che oggi esclude tale responsabilità se i danni derivano da “rischi specifici” dell’appaltatore.

Le posizioni dei partiti: chi sostiene i referendum

Le forze politiche di centro-sinistra si sono espresse a favore dei quesiti, con l’obiettivo dichiarato di ripristinare diritti cancellati dalle riforme recenti, in particolare dal Jobs Act.

A favore:

  • Partito Democratico

  • Movimento 5 Stelle (libertà di voto sul quesito sulla cittadinanza)

  • Sinistra Italiana

  • Europa Verde

  • Partito Socialista Italiano

  • Rifondazione Comunista

  • Democrazia Solidale

  • +Europa, Italia Viva, Azione (solo per il quesito sulla cittadinanza)

“Il PD sosterrà tutti e cinque i referendum”, ha dichiarato la segretaria Elly Schlein.
“Quattro sì per riconquistare diritti tolti ai lavoratori”, ha aggiunto Giuseppe Conte (M5S).

Astensionismo e opposizione: chi dice no

I partiti di centrodestra e alcuni centristi invitano a non votare, puntando sull’astensione per far fallire il quorum.

Contrari o per l’astensione:

  • Fratelli d’Italia (astensione)

  • Lega (astensione)

  • Forza Italia (astensione)

  • Noi Moderati (No)

  • Italia Viva (No ai quesiti sul lavoro, sì alla cittadinanza)

  • Azione (No ai quesiti sul lavoro, sì alla cittadinanza)

  • +Europa (No al Jobs Act, sì a cittadinanza e sicurezza sul lavoro)

  • Radicali Italiani (No, eccetto cittadinanza)

  • Partito Liberaldemocratico (No, eccetto cittadinanza)

In particolare, Italia Viva difende la riforma del Jobs Act firmata da Matteo Renzi. “Una legge che ha creato posti di lavoro”, spiegano i renziani, contrari all’abolizione delle tutele crescenti.

Partecipare o no? Il ruolo decisivo del quorum

Come per ogni referendum abrogativo, la validità è legata al quorum del 50% + 1 degli elettori. In un contesto di crescente astensionismo, il destino dei cinque quesiti si giocherà non solo sui contenuti, ma sulla capacità dei promotori di mobilitare l’elettorato.

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