L’analisi dei consumi delle famiglie italiane nel 2024, basata sui più recenti dati Istat, mostra una stabilità solo apparente che cela forti disuguaglianze territoriali. La Sicilia si distingue per un profilo di spesa modesto, dove gran parte del reddito familiare è assorbito da bisogni primari, limitando l’accesso a beni e servizi non essenziali.
Spese e priorità delle famiglie siciliane
Nel 2024 la spesa media mensile (Smm) in Sicilia è di 2.327,10 euro, la più bassa tra le regioni italiane, superando solo la Calabria (2.074,77 euro). Il valore è inferiore di 427,99 euro rispetto alla media nazionale (2.755,09 euro).
Ancora più significativa è la spesa mediana mensile (Smmed), pari a 1.890,72 euro. La differenza di oltre 436 euro tra media e mediana evidenzia la disparità interna: la maggioranza delle famiglie vive con budget ridotti, segno di una forte polarizzazione economica.
Il peso dei bisogni primari
Le famiglie siciliane destinano gran parte del reddito alla casa e alle utenze:
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956,92 euro al mese per abitazione, acqua, elettricità, gas e combustibili.
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502,33 euro per affitti figurativi (valore d’uso dell’immobile di proprietà).
La spesa per prodotti alimentari e bevande analcoliche è di 542,08 euro mensili, pari al 23,3% del budget totale — un dato che indica povertà relativa e una forte dipendenza dai beni essenziali.
Le spese compresse: cultura, salute e tempo libero
In Sicilia, la spesa per la salute si mantiene a 105,42 euro mensili, quasi in linea con la media nazionale (106,75 euro).
Tuttavia, le famiglie tagliano drasticamente su cultura, svago e ristorazione:
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74,03 euro per cultura e spettacoli (contro i 141,60 euro del Nord-est).
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87 euro in meno al mese rispetto alla media nazionale per ristorazione e alloggio.
Sicilia contro Italia: il divario che non si chiude
Nel 2024, il Nord-est conferma il primato con una Smm di 3.032,40 euro, seguito dal Nord-ovest (2.972,58 euro).
Il confronto con la Sicilia è netto:
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705,30 euro in meno di spesa mensile rispetto al Nord-est;
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-30,3% in termini percentuali.
Questo divario è quantitativo e qualitativo: mentre una famiglia del Nord può permettersi spese per tempo libero e servizi, una famiglia siciliana deve concentrare ogni euro sulla sopravvivenza quotidiana.
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